La decisione della BCE sorprende ma non stupisce

Attesa ma, al contempo, sorprendente, la decisione di taglio dei tassi presa ieri da Jean-Claude Trichet. Se, infatti, in molti si aspettavano un taglio di mezzo punto sui tassi d’interesse, la Bce ha, invece, deciso di proseguire l’ormai nota “politica del quartino” e ridurre i tassi correnti dello 0,25%. Dall’1,50%, così, i tassi sono stati portati all’1,25%.

La diminuzione di 25 punti base, in qualche modo, ha sorpreso i mercati, i quali si attendevano un taglio più netto, come ad inizio 2008 aveva fatto la Fed. Il taglio dei tassi, comunque, ha sorpreso i mercati solo per qualche minuto, visto che opi hanno performato in Europa, mediamente oltre il 4%.

La riduzione di mezzo punto subito, evidentemente, secondo qualcuno all’interno del Board della Bce, è potuta sembrare una decisione troppo netta e prossima a portare i tassi vicini allo zero. La Bce, difatti, vuole evitare di ridurre i tassi reali sino allo zero, come ha fatto al contrario la Fed, poiché rialzarli in caso di risalita dell’inflazione avrebbe poco senso. Secondo Trichet, ad ogni modo, la domanda a livello globale rimarrà ancora debole, sia in questo 2009 che nel 2010, fatto che indubbiamente porterà la Banca Centrale Europea ad una nuova decisione di riduzione dei tassi d’interesse.

Il momento delicato, infatti, potrebbe richiedere l’adozione di politiche non usuali, quali ad esempio il “quantitative easing”, ovvero l’offerta diretta di moneta sul mercato tramite operazioni di compravendita suil mercato dei titoli, una forzatura che una banca centrale normalmente non farebbe. Prima di arrivare ad un intervento così diretto e vistoso della Bce sui mercati, si aspetta sicuramente la prossima riduzione di altri 25 punti base, manovra più convenzionale di politica economica, con l’obettivo di raggiungere un obiettivo intermedio (la riduzione dei tassi) al fine più grande di ottener un risultato finale (dar respiro al mercato del credito ed alle banche).

Dal 2002 al 2006, la Bce aveva mantenuto stabili i propri tassi al 4%, per poi portarli al 4,25% sino a fine 2008.  Successivamente, con l’avvento della crisi finanziaria, si è effettuato un taglio di un punto, dal 4,25% al 3,25% per poi, ad inizio 2008, tagliare nuovamente i tassi al 2,5%. Son seguiti, infine, i tagli al 2% ed al precedente livello dell’1,5%. La Fed, invece, dal 5,25% del 2002 ha poi abbassato a gradino i tassi sino al 4,25% a metà 2004. Il taglio è stato netto, poi, scendendo sino al 3%, sempre nel 2004. Nel 2007 i tassi erano al 2%, per essere portati successivamente all’1,5% e via via sino all’attuale 0,25%, quasi zero.

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