View prudente sul mercato obbligazionario

A cura di Anima Sgr
L’impatto maggiore per i mercati obbligazionari viene dal fronte dell’inflazione: si stanno riscontrando infatti i primi segnali di risalita dei prezzi e i timori degli investitori legati all’assenza di inflazione sono ormai svaniti. Più in dettaglio, nel corso del 2018 dovrebbe ripristinarsi la relazione tra crescita vicina o superiore al potenziale, mercato del lavoro più saturo, crescita salariale e, di conseguenza, incremento dell’inflazione. Il fenomeno dovrebbe riguardare non solo gli Stati Uniti, ma anche l’Area Euro e altri paesi avanzati.
Il giudizio complessivo sull’asset class obbligazionaria resta dunque negativo. Sul fronte delle obbligazioni governative, il processo di risalita dei rendimenti è stato particolarmente signifcativo, sia per entità sia per velocità, basti pensare che il decennale americano è aumentato di circa 50 punti base da inizio anno e i rendimenti dei T-Bond con scadenza 2 anni hanno toccato quota 2,27%, come non accadeva dal 2008. Strategicamente riteniamo che i tassi possano continuare a salire, penalizzando ulteriormente l’asset class, tuttavia nel breve periodo c’è spazio per un consolidamento dei livelli raggiunti.
Anche per quanto riguarda le obbligazioni societarie la view sui titoli corporate investment grade si conferma negativa, a causa dell’avvio dell’iter di normalizzazione dei tassi e del ridotto cuscinetto di extra-rendimento offerto rispetto ai titoli di Stato. Va segnalato il cambiamento del giudizio sulle obbligazioni high yield che da neutrale diventa ora negativo: è ancora possibile trovare interessanti opportunità di investimento all’interno dell’asset class, ma i rischi derivanti da una maggiore volatilità, dai primi flussi in uscita e dalla minore liquidità che contraddistingue questo segmento, giustifcano una valutazione più cauta ed un approccio più tattico e selettivo.
In virtù di queste considerazioni, la quota di liquidità dei fondi è stata prudenzialmente aumentata. Ancora, l’importante movimento avvenuto sui tassi ha portato a chiudere il forte sottopeso di duration rispetto al benchmark. Il posizionamento dei fondi corporate ha subìto poche variazioni, anche durante la prima correzione di febbraio: le pressioni al rialzo sui rendimenti sono state riconducibili quasi esclusivamente alla dinamica dei tassi governativi e meno all’allargamento degli spread, che si sono rivelati particolarmente stabili nel comparto investment grade. Inoltre, i fondi corporate continuano ad avere un sottopeso di duration e un sovrappeso di beta, in un contesto di ampia diversifcazione.

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