Piazza Affari senza una direzione. Ma non mancano le occasioni

Intervista di Davide Pantaleo (TrendOnline) a Gianluigi Raimondi, analista tecnico e co-fondatore di Finanzaoperativa.com del 21 marzo 2018

Il Ftse Mib sta continuando a mettere sotto pressione l’ostacolo dei 22.850/22.900 punti, ma senza successo per ora. Quali sono le sue attese per le prossime giornate?

Piazza Affari si mantiene in trading range e fatta eccezione per il picco a ribasso di inizio marzo, è in laterale dalla seconda metà di febbraio. E’ interessante notare dal punto di vista tecnico e grafico come in queste ultime sedute, ossia dalla seconda settimana di marzo, il Ftse Mib si mantiene all’interno di una banda di oscillazione compresa tra le medie mobili a 21 e a 50 giorni che sostanzialmente fungono un po’ da supporto e da resistenza. Di conseguenza, solo l’eventuale conferma dell’incrocio al rialzo a quota 22.900 della media mobile a 50 giorni potrebbe rappresentare un valido punto di partenza di un prossimo uptrend.
I prossimi obiettivi li troveremmo a 23.160 punti prima, dove lo scorso 3 febbraio è stato lasciato aperto un gap ribassista e in seguito verso l’area compresa tra 23.400 e 23.545 punti. Per contro, nell’ipotesi in cui il Ftse Mib dovesse incrociare al ribasso la media mobile a 21 sedute, che al momento transita a quota 22.560 punti, potremmo assistere all’inizio di un movimento correttivo. In tal caso avremmo un primo obiettivo a 22.250 punti e un successivo a 21.945/21.900, per poi spostare lo sguardo verso i 21.720/21.500 punti. Sostanzialmente la mia view su Piazza Affari è neutrale, con il suggerimento di monitorare i livelli di resistenza e supporto rappresentati dalle media mobile a 50 e a 21 periodi.
Al momento sto alla finestra perchè a mio avviso il mercato non sa dove andare per ora.

Unicredit sta mettendo sotto pressione l’area dei 17 euro, mentre Intesa Sanpaolo è sempre più vicino a quota 3 euro. Cosa può dirci di questi due titoli?Unicredit nelle ultime tre sedute ha testato la resistenza dinamica discendente di breve termine, da cui è stato sempre respinto, in zona 17,4 euro. Il mancato superamento di questo livello ha innescato una correzione che ha portato a violare a 17 euro il supporto statico di breve-medio termine. Lo storno potrebbe proseguire verso l’area tra i 16,5 e i 16,3 euro, corrispondente al minimo di marzo.
Oltre i 17,4 euro si profilerebbe un’inversione con target a 17,6 euro prima e in seguito a 18/18,15 euro, ma al momento mi attendo più un ulteriore calo per Unicredit.

Analogo il discorso per Intesa Sanpaolo che nelle scorse sedute è stato respinto dalla trendline discendente di breve termine in zona 3,1 euro. Il mancato superamento di questo ostacolo ha portato ad incrociare al ribasso a quota 3,05 euro la media mobile a 21 sedute. E’ importante dire che Intesa Sanpaolo ha violato a 3,03 euro il supporto dinamico ascendente di breve termine, generando così una serie di segnali ribassisti. Questi ultimi potrebbero spingere il titolo verso i 2,95 euro prima e in seguito in direzione dei 2,9 euro. Oltre i 3,1 euro avremmo un primo obiettivo a 3,15 euro e successivamente nell’area tra i 3,2 e i 3,23 euro, ma anche in questo caso non mi convince molto la possibilità di assistere ad un recupero a breve.
C’è da dire che se non salgono Unicredit e Intesa Sanpaolo ritengo abbastanza improbabile che il Ftse Mib possa uscire dalla fase laterale, considerato l’elevato peso delle banche nel paniere principale.

Come valuta il recente andamento di Fca? Quali le previsioni nel breve?

Fca proprio ieri ha confermato il superamento a quota 17,2 euro della media mobile a 21 sedute. Questo movimento ha portato il titolo ad oltrepassare al rialzo la fase laterale che nece caratterizzava il trend dalla seconda settimana di marzo. Il suddetto movimento è stato accompagnato da scambi in progressiva ascesa e comunque superiori alla media mensile e a mio parere favorisce un ulteriore allungo verso quota 18,1 euro prima, dove coincidono la media mobile a 50 giorni e la resistenza statica di breve-medio termine.
Più in là nel tempo si guarderà ai 19 euro, dove transita una media mobile di breve-medio termine.
Lo scenario rialzista verrà negato in caso di ritorni al di sotto dei 16,8 euro.

Eni sta approfittando del rialzo del petrolio, allungando il passo oltre i 14 euro, ma di recente sta performando bene anche Tenaris. Si aspetta ulteriori progressi per questi due titoli?

Eni ha generato tecnicamente diversi segnali rialzisti, in primo luogo con il superamento a quota 14 euro della resistenza statica di breve-medio termine. In seguito i corsi hanno chiuso il gap ribassista aperto all’inizio di febbraio scorso a quota 14,1 euro, hanno incrociato la media mobile che al momento passa a quota 14,065 euro e si sono spinti a ridosso del test in zona 14,3 euro della successiva resistenza statica di medio periodo. L’ostacolo dei 14,3 euro a mio parere potrebbe essere oltrepassato, Ftse Mib e petrolio permettendo, con la possibilità di un allungo verso i 14,5 e i 14,75 euro prima e in seguito in direzione dei 15 euro, sui top di quest’anno.
Al ribasso da monitorare con attenzione la tenuta del supporto statico di breve termine a quota 13,9 euro.

Tenaris dal punto di vista tecnico appare inserito in un doppio canale rialzista: uno di medio periodo, iniziato alla fine di ottobre scorso, e uno di breve termine partito nella seconda metà di febbraio.
Affinchè si possa assistere ad un ulteriore allungo sarà cruciale il superamento della resistenza a quota 15,1 euro, corrispondente al massimo toccato nel mese in corso. Oltre questo livello Tenaris si aprirebbe la possibilità di ulteriori allunghi verso i 15,65 euro e i 16 euro, e in seguito in direzione dei 16,6 euro.
Al ribasso da monitorare la tenuta dei 14,35 euro, livello dove coincidono al momento il supporto dinamico ascendente di breve termine e la media mobile a 21 sedute.

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