A cura di pro aurum – per info: [email protected]
L’argento è il secondo metallo prezioso per eccellenza, inoltre è un metallo industriale con numerosi impieghi, come nei pannelli solari, nella purificazione di acque e alimenti e catalizzatore di processi chimici.
Il suo utilizzo è molto più esteso di quanto si possa immaginare, anche per la sua elevata conduttività elettrica, si pensi che non esistono computer, telefoni cellulari o auto che non contengano in qualche misura componenti di argento.
Dal punto di vista finanziario siamo, invece, abituati ad associarlo come fratello minore dell’oro. Insieme all’oro riscuote l’interesse per i metalli preziosi e per le loro caratteristiche di costituire un bene rifugio nei momenti di estrema volatilità; in pratica costituiscono un’assicurazione dai rischi dei mercati associati a uno stress di aree economiche e di instabilità dei sistemi monetari.
Va altresì detto che l’argento ha una volatilità (variazione giornaliera dei prezzi) che talvolta può essere anche doppia o tripla rispetto a quella dell’oro. Ne consegue che l’argento può essere impiegato sia come diversificazione rispetto al metallo giallo sia come opportunità per possedere un’allocazione un po’ più frizzante nei periodi di calma piatta. Naturalmente la percentuale di argento nel portafoglio andrà ben dosata per evitare di ottenere, anziché un beneficio, un effetto contrario.
Il grafico (Fonte: Traderlink Visual Trader) mostra le quotazioni dell’argento dal 2011 ad oggi; è possibile osservare come dai massimi del 2011, poco sotto 50 dollari l’oncia, i prezzi siano scesi del 67 per cento, intorno a 16 dollari l’oncia.
A differenza di un titolo azionario, quando ci troviamo di fronte a un grafico simile nelle materie prime, dobbiamo sempre considerare che si tratta di un bene fisico che ha un impiego nell’economia mondiale. Ciò significa che un forte calo delle quotazioni determina sempre un rallentamento nella sua produzione, per cui anche nel caso di scorte eccedenti queste con il tempo tendono a riequilibrarsi.
L’attuale zona compresa tra 15 e 16 dollari costituisce inoltre, una naturale zona di valore, in quanto eventuali scivolamenti al ribasso trovano prontamente la mobilitazione di forze in acquisto che ne fanno risalire il prezzo in un tempo ragionevole. Il fatto che le quotazioni stazionino da oltre tre anni su questi livelli costituisce un’opportunità in più, in quanto significa che già da diverso tempo le forze di riequilibrio di domanda e offerta sono al lavoro e si avvicina sempre di più il momento in cui i prezzi torneranno a salire.
Occorre aggiungere che acquistare una commodity al 30 percento del valore raggiunto qualche anno prima può quasi sempre essere considerata un’opportunità, salvo il caso in cui questa materia non sia più utile per il fabbisogno dell’umanità; ma come abbiamo già detto in precedenza, possiamo convenire che non sia assolutamente il caso dell’argento.
Il secondo grafico (Fonte: Macrotrends) mostra il cosiddetto Gold Silver Ratio dal 2000 ad oggi, cioè il rapporto tra il prezzo dell’oro e quello dell’argento quindi il numero di once d’argento che servono per acquistare un’oncia d’oro.
Se dovessimo fare una media di questo rapporto degli ultimi tre secoli otterremmo un valore molto prossimo a 15-17, ma si tratta di livelli non più applicabili in quanto fanno riferimento a un periodo storico in cui gli scambi commerciali erano assicurati da monete di oro e argento. In quel contesto gli aspetti legati alla monetazione esercitavano comunque un’influenza non sottovalutabile.
Oggi molto più realisticamente dovremmo ragionare su un livello intorno a 50, che può essere raggiunto o anche oltrepassato al ribasso, come ad esempio è successo nel 2011.
Se però osserviamo il grafico con attenzione, notiamo che l’attuale valore di 80 rappresenta senza dubbio un eccesso e che tutte le volte che è stato raggiunto si sono sviluppate forze contrarie che hanno portato l’argento ad apprezzarsi sull’oro.
La fase attuale rappresenta quindi un momento estremamente favorevole per l’acquisto di argento, più ancora che per l’acquisto di oro, e chi confida nei metalli preziosi si trova di fronte a una sicura opportunità.
Il lato negativo è che l’argento, a differenza dell’oro da investimento, è gravato dall’IVA che ne appesantisce il costo e che non può essere in nessun modo recuperato all’atto della vendita.
Vi è però un modo, perfettamente legale, che consente il possesso di argento fisico senza dover pagare l’IVA e riguarda l’acquisto e custodia in un deposito doganale presso pro aurum, si potrà disinvestire in ogni momento, fruendo nel contempo dei vantaggi della extraterritorialità che rende immuni dalle singole legislazioni nazionali.