Accordo in vista tra Cina e Usa? Intanto il dollaro scende e il rame sale

A cura di Wings Partners Sim

La settimana parte con un alleggerimento delle tensioni scaturite dalle decisioni tariffarie americane dei giorni scorsi, con i mercati che confidano sempre di più in un possibile accordo tra Cina e Usa su vari temi legati al commercio piuttosto che in una battaglia commerciale aperta e potenzialmente dannosa per entrambi i contendenti ed, in senso allargato, per l’economia a livello globale.

Il fatto che la Cina abbia rinunciato per il momento a sottoporre il caso al WTO è un ulteriore indicatore di ferventi colloqui in atto, il che lascia spazio ad un moderato ottimismo che se per ora non riesce a riflettersi pienamente sui listini europei. Il desiderio di riscatto dei mercati non viene frenato neppure dalle evoluzioni sul fronte geopolitico, con la massiccia espulsione di personale diplomatico russo dall’Europa e dagli Usa ieri (come definita dal primo ministro May, la più rilevante espuls ione di intelligence russa nella storia), in risposta all’avvelenamento in suolo britannico della ex spia russa, che vede ancora una volta l’amministrazione americana fare la parte del leone, con 60 diplomatici russi espulsi (per registrare un evento similare dobbiamo tornare indietro al 1986).

Ed in effetti la reazione per molti versi stupefacente di Trump fa segnare un punto a favore del presidente, tacciato di connivenze con la Russia in merito alla gestione delle elezioni presidenziali e duramente criticato per la telefonata di complimenti a Putin in occasione della sua rielezione al Cremlino.

A chiudere il quadro geopolitco infine un ‘altra inattesa novità, con la visita di Kim Jon Un in Cina che rappresenta di fatto il primo viaggio ufficiale all’estero del dittatore Nord Coreano dalla sua ascesa al potere nel 2011.

La nuova fase di allentamento nelle incertezze si riflette nella quotazione del dollaro, scivolato in prossimità dei minimi di periodo soprattutto nei confronti dell’euro, malgrado le dichiarazioni di Weidmann su un primo potenziale rialzo dei tassi in Europa a metà del 2019 siano tutt’altro che una novità per gli addetti ai lavori.

Ben più decisa la reazione del settore materie prime con i metalli non ferrosi che dopo una partenza di giornata in neg ativo, specie se guardiamo al rame appesantito da una massiccia consegna di materiale all’Lme che riporta il livello delle giacenze su livelli non più visti dal 2016, inverte con decisione la rotta per archiviare consistenti rial zi, particolarmente evidenti proprio sul metallo rosso (con volumi oltretutto corposi ieri ed in rialzo del 105% rispetto alla media delle ultime 20 sedute).

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