Il mercato high yield Usa un rischio per gli investitori europei

“Il quadro macroeconomico attuale appare positivo e favorevole, tuttavia per un investitore europeo non è un buon momento per entrare nel mercato high yield statunitense. Questo, per quattro ragioni: la fase avanzata del ciclo economico Usa; la curva dei rendimenti più ripida; il costo elevato delle valutazioni e le prospettive protezionistiche”. È l’analisi di Simon Oeser, Portfolio Manager di Ethenea.

Il 2017 è stato un buon anno per gli investitori statunitensi nel mercato high yield denominato in dollari. Gli investitori europei in questo segmento, al contrario, hanno sofferto di un apprezzamento di quasi il 15% dell’euro contro dollaro. Considerando lo sviluppo di quest’anno, tuttavia, non vi è stato alcun effetto tasso di cambio rilevante e, dal punto di vista del puro credito, non si registrano differenze significative tra gli investitori high yield in euro e in dollari. Su entrambi i lati dell’Atlantico, gli spread del credito si sono ampliati di circa 30 punti base. Ciò è dovuto alle crescenti aspettative inflazionistiche, a partecipanti al mercato troppo ottimisti e rialzisti (con conseguenti valutazioni tese) e alle minori delusioni dei dati macroeconomici. Oggi il quadro economico è però ancora positivo e favorevole ed è troppo presto per dire che c’è una tendenza negativa nel segmento.

“In questo contesto, riteniamo che non sia un buon momento per un investitore europeo per entrare nel mercato high yield Usa, per quattro ragioni. In primis, gli Stati Uniti sono in una fase avanzata del ciclo economico, ciò significa che guardando al 2019/2020 la crescita e gli utili delle società tendono a diminuire, mentre l’inflazione ad aumentare. In questo tipo di ambiente, le attività di rischio, come l’high yield Usa, sono più volatili e devono quindi pagare un premio più elevato, che non si riflette nelle valutazioni correnti”, spiega Oeser. “In secondo luogo, mentre gli investimenti statunitensi offrono un rendimento più elevato, gli investitori in euro beneficiano della curva dei rendimenti più ripida. Sebbene gli investimenti in dollari possano sembrare inizialmente più allettanti, inclusi i costi di copertura valutaria e la pendenza della curva, riteniamo quindi gli investimenti in euro più attraenti. In terza istanza, anche dopo la correzione, le valutazioni non sono economiche. Pertanto, è importante essere altamente selettivi riguardo all’emittente e alla valutazione ed essere in grado di coprire attivamente il credito e il tasso di rischio in qualsiasi momento. L’attuale discussione sul protezionismo, infine, costituisce un rischio, perchè potrebbe portare a una revisione dell’attuale quadro ottimista di crescita per il 2018, spingendo i mercati verso la modalità risk-off”.

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