Dichiarazioni e dati la fanno da padrone

Che dire dei movimenti valutari a cui abbiamo assistito anche ieri? Il fatto più evidente è che sono dominati da una incertezza generalizzata, legata poi all’incertezza che regna sui mercati in generale.
Si vive in una centrifuga fatta di dati macro, dichiarazioni, e voci di mercato che rendono lo stesso altamente instabile nel breve termine, ma per fortuna stabile nei movimenti sostanziali, quelli che dovrebbero essere motivo di un trend definito di questa o quella valuta. Questa centrifuga per ora è riuscita quindi solo a congelare i movimenti di medio termine, anche se la volatilità di breve resta alta e quindi interessante per il trading di breve termine. Il dato più significativo di ieri è quello legato ai prezzi al consumo americani, usciti in ribasso dello 0.4% su base annua contro un consensus a -0.1%, il dato peggiore dal 1950, segno di economia in piena deflazione. La stessa Fed nel suo report all’interno del Beige Book dichiara che l’attività economica si è ulteriormente deteriorata anche se cinque dei dodici istituti della Banca Centrale hanno sottolineato che il calo va via moderandosi e molti vedono segnali secondo cui l’attività’ in alcuni settori sarebbe in fase di stabilizzazione, sebbene su livelli comunque bassi.
L’attività’ manifatturiera si e’ indebolita nella maggior parte delle aree del Paese,e rimangono deboli anche le spese al dettaglio, anche se alcuni circoscrizioni hanno registrato un lieve miglioramento.
Segnaliamo poi le dichiarazioni di Geithner, segretario al Tesoro, che ha affermato che lo Yuan resta sottovalutato anche se ha aggiunto che nessun paese può essere definito un manipolatore, in contrasto con quanto aveva affermato non più tardi di due mesi fa. Un bel passo indietro, non c’è che dire.
Passando da questa parte dell’oceano non è che il caos sia meno importante. I rappresentanti della Bce continuano infatti a rilasciare dichiarazioni contrastanti sia rispetto a quanto detto qualche tempo fa , sia rispetto ai diversi colleghi. Weber infatti, il più importante dei rappresentanti della Bce dopo Trichet,  membro del Consiglio direttivo, che dichiarava qualche tempo fa che il pericolo nel medio termine era l’inflazione ieri ha corretto il tiro, durante una conferenza all’Istituto per l’economia mondiale di Amburgo. Ha infatti annunciato che è in arrivo per maggio un pacchetto di misure non convenzionali che resteranno in vigore fino a 2010 inoltrato.

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Queste misure includono un livello di medio termine per il tasso principale d’interesse, le modalità di collocamento della liquidità e altre misure, come l’allungamento dell’orizzonte temporale delle operazioni di rifinanziamento. In sostanza una ammissione che il pericolo in questo momento è la deflazione e non l’inflazione. Altre dichiarazioni hanno paventato la possibilità, ma non la certezza di misure non convenzionali, causando un movimento repentino di ribasso dell’Euro come evidenziato nel grafico.
Questa incertezza, o se vogliamo, non uniformità di pensiero all’interno delle autorità Europee, potrebbe essere causa di un indebolimento dell’Euro, o comunque di una debolezza che molti auspicano, a livello di politiche nazionali, ma che la Bce ha sempre contrastato con fermezza preferendo l’idea di una valuta forte, così come la vecchia Bundesbank dell’epoca delle valute nazionali auspicava per il marco tedesco.
A livello di movimenti valutari per il momento siamo alla finestra, con dollaro, Yen e franco svizzero che mantengono un tono di forza, mentre le equity currencies, come vengono definite ormai le altre, sterlina in testa, tendono a ripiegare leggermente dopo il rally che le ha viste protagoniste nell’ultimo periodo.
Le valute emergenti hanno corso ed ora correggono al ribasso, importante sarà capire i livelli target di queste correzioni. Molto dipenderà dalle trimestrali che verranno presentate agli inizi di Maggio, un detto dice “sell in may end go away”, questo e altro ovviamente ci mettono in guardia da possibili nuovi “sciacquoni”. Prudenza è d’obbligo.

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