Un trimestre all’insegna della volatilità

A cura di Alessandro Allegri, AD di Ambrosetti Asset Management SIM

Il primo trimestre dell’anno si conclude sui mercati azionari all’insegna dell’incertezza. All’euforia iniziale di gennaio è seguito infatti un deterioramento di clima con aumento significativo della volatilità sia a febbraio che a marzo. Il saldo finale (-2.67% Msci Word) dei primi tre mesi spiega tuttavia poco delle dinamiche e delle pressioni in essere sui mercati in queste settimane.

I tentativi ribassisti hanno da un lato incontrato significative resistenze ma le reazioni di recupero ad oggi mostrate non allontanano il rischio di mantenimento di un clima incerto anche per il trimestre entrante. Il quadro macroeconomico di riferimento non è variato di molto e rimane ancorato, ad oggi, ad una crescita sana e sincronizzata fra le diverse aree, ma il contesto in cui ci stiamo muovendo sta facendo emergere delle criticità in più che ruotano in particolare attorno alle politiche commerciali dei singoli paesi chiamati ad affrontare un netto mutamento negli atteggiamenti politici ed economici. Proprio nel momento in cui finanza ed economia reale si stanno reciprocamente e positivamente contagiando l’introduzione di questi nuovi elementi alimenta qualche dubbio in più che, tuttavia, resta confinato, al momento, ad attese di medio termine e non mina un quadro strategico ancora costruttivo. Proprio questa pausa di riflessione sui mercati, potrebbe aiutare a creare delle basi sufficientemente solide da sostenere una continuazione strutturale del cammino di sviluppo e crescita iniziato dopo l’ultima crisi finanziaria allontanando quindi il rischio, ben più probabile, che la congiuntura di un dollaro debole, tassi d’interesse al rialzo, petrolio in crescita e borse sempre più positive, possa risultare il preludio perfetto alla fine del grande ciclo positivo in atto.

A livello di performance, nel trimestre la borsa Usa contiene le perdite (-1.22%) mentre sottoperformano sia il Giappone che i mercati europei con Germania (-6.35%) Inghilterra (-8.21%) e
Svizzera (- 6.83%) molto negative mentre chiudono in chiara controtendenza gli azionari emergenti
(+1.07%) trainati in particolare da Russia (+8.23%Rtsi$) e Brasile (+11.73%). Variegata anche la situazione sul lato Bond con governativi e corporate americani in flessione nel trimestre. In questo contesto cresce la consapevolezza dell’entrata in vigore di un nuovo regime obbligazionario caratterizzato da un mercato non facile che dovrà gestire la emergente tendenza rialzista sui tassi di interesse divenuta ben visibile in America e non più solo tema di discussione ipotetica tra gli addetti ai lavori. Sarà questa una materia nuova per la maggior parte degli operatori che ha vissuto gli ultimi 20 anni in clima obbligazionario diametralmente opposto.

Nell’immediato riteniamo che le tensioni di inizio anno siano rientrate dopo i significativi rialzi del decennale Usa lasciando spazio ad una temporanea stabilizzazione sui bond governativi in attesa che i segnali inflazionistici ridiano vigore alla crescita dei tassi di interesse nella seconda parte dell’anno.
Sul lato valutario gli occhi restano puntati sulla debolezza del Dollaro, ormai ritenuta dai più una costante di questo ciclo economico, e valutata come una sorta di sostegno all’economia mondiale, un aiuto ai mercati emergenti ed alle materie prime. L’equilibrio in essere regge tuttavia restano poco sostenibili eventuali ulteriori e profondi indebolimenti i cui effetti, in termini di flussi di capitali globali, porterebbero a significativa instabilità a livello economico. Se l’attenzione mediatica resta dunque sulla valuta statunitense, nella realtà oggettiva dei dati sta passando sottotono l’eccessiva forza dello Yen, sia verso Dollaro che Euro ed i problemi che di riflesso cadono pesantemente sull’economia giapponese. Gli effetti negativi li stiamo misurando già da qualche mese sui dati economici e soprattutto sul mercato azionario di Tokio che fatica a confermare isegnali di ripresa minando le potenzialità di uscita delle quotazioni da un’area di stallo che blocca la crescita da oltre 15 anni.

Cosa ci attende dunque per il trimestre entrante? Le dinamiche di breve restano incerte e il mantenimento di livelli di volatilità più alti del normale accompagnerà anche i prossimi mesi impegnando soprattutto nella definizione puntuale della qualità degli asset azionari e nella gestione del timing di entrata ed uscita speculativa sui mercati. In più occasioni i mercati hanno mostrato una significativa capacità di resistere alle pressioni in vendita validando le attese di stabilizzazione supportate da un quadro strategico che non mostra segnali di variazione rispetto alle prospettive di fondo positive.

Per il MESE DI APRILE si conferma un profilo di investimento azionario significativo. In termini di allocazione si riequilibrano i rapporti tra area Euro ed America confermando gli asset sui mercati
emergenti dove le scelte si focalizzano, in particolare, a favore di Turchia e Russia. Sottopesato, in questa fase, l’azionario giapponese, mentre a livello settoriale permane il posizionamento sulle Utilities, capaci di un ottimo recupero di forza, che vengono affiancate da Consumi Non Ciclici e Healthcare. Sugli strumenti obbligazionari rimaniamo con un atteggiamento prudenziale privilegiando in questa fase i governativi, sempre a duration contenuta, e ponderando l’esposizione tra area Euro ed Usa. Stabile l’esposizione valutaria che, in questo frangente, non risulta particolarmente elevata.

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