Meeting Fmi-Banca Mondiale: sotto i riflettori le riforme fiscali

Di David Ross, gestore del fondo World Equity Growth di La Financiere de l’Echiquier

Nel primo giorno di lavori, i meeting tra l’Fmi e la Banca Mondiale hanno ripreso un tema che è sempre stato sotto i riflettori nelle ultime riunioni, ossia la necessità di sfruttare questo periodo di crescita economica e stabilità per affrontare le riforme sul fronte fiscale e dei deficit di bilancio.

Il World Economic outlook prevede un rallentamento dell’economia mondiale entro il 2020 e a quel punto sarà troppo tardi per le riforme. La discussione nella seconda metà della giornata si è incentrata sulla mancanza di inflazione nell’area euro e sull’apparente incapacità della politica monetaria di svolgere il proprio lavoro. Mentre la politica monetaria più accomodante della BCE ha lavorato in termini di riduzione della disoccupazione da 12 a 9 milioni, la stretta del mercato del lavoro non ha spinto verso l’alto salari e inflazione, in una situazione che gli economisti hanno battezzato di “inflazione mancante”.

L’ipotesi presentata è che l’Eurozona sia dominata da aziende medio piccole che non sono in grado di assorbire costi del lavoro più elevati e che la maggiore influenza dei sindacati e dei contratti di lavoro a lungo termine abbia portato ad una “viscosità” che ha portato l’inflazione a mancare l’obiettivo. In conclusione, la politica monetaria non sta fallendo e sarebbe un grave errore se la Banca centrale europea iniziasse troppo presto a inasprire la propria politica monetaria.

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