I nuovi Over 65, la prima generazione Senior digitale che progetta un futuro

Una volta li chiamavano “anziani” o “terza età”. Persone che hanno già vissuto gran parte della loro vita, magari appagati seppur non sempre in grado di avere ancora un ruolo attivo nella società. Ma questa fotografia è ancora attuale? Oggi, secondo l’Istat, gli Over 65 sono circa 13.672.000, pari al 22,6% della popolazione attuale, e sono destinati a crescere (34% entro il 2050), ma sono molto cambiati rispetto ai loro coetanei di soli vent’anni fa. Non chiamateli anziani, insomma. E’ quanto emerge dalla ricerca Over 65: una vita a colori” commissionata da BNP Paribas Cardif, tra le prime dieci compagnie assicurative in Italia, e realizzata da AstraRicerche su un campione di oltre 700 Senior tra i 65-85enni, per analizzare come vivono la loro ‘nuova età’ nel terzo millennio e come hanno modificato il loro stile di vita e le loro abitudini in diversi ambiti: dalla salute al rapporto con la tecnologia, dalla famiglia alla vita sociale e allo svago.
I risultati sono sorprendenti. Chi pensa che i Senior non siano tecnologici deve innanzitutto ricredersi: amano la tecnologia e la utilizzano, tanto che la ricerca è stata realizzata completamente on-line tramite smartphone, tablet e pc (tra le prime in Italia su questo target), sfatando questo luogo comune e rendendoli a tutti gli effetti la prima generazione di “Over 65 digitali”. Non solo. Dalla ricerca emerge una figura ben diversa rispetto a qualche decennio fa: i Senior odierni si definiscono dinamici e attivi e, oltre alle faccende domestiche e alla cura della casa, non rinunciano alle attività che li rendono felici, come viaggiare (54,2%), prendersi cura di sé (49,1%), praticare attività ludico-sportive (45,7%) o culturali (43,4%). C’è chi frequenta un corso di ballo, chi è iscritto a corsi di natura artistica, chi va a teatro o chi preferisce studiare. Hanno forti valori e ideali (per il 56,2%) e uno «sguardo al futuro» più che al passato, con una vita ancora da vivere. Si reputano curiosi (47,8%), ottimisti (44,1%), capaci di invecchiare serenamente (60,8%) e alcuni sono desiderosi di fare nuove esperienze (29,6%). Se la maggior parte si augura in futuro di poter fare le stesse attività che svolge oggi, c’è, infatti, anche il 35,2% che auspica di poterle fare con maggiore serenità e il 4,5% addirittura di ampliarle nei prossimi 5 anni prevedendo più viaggi (+13,7 p.p. al 67,9%), più attività ludico-sportive (+4,9 p.p.) e culturali (+6,4 p.p.). In sintesi, è prima generazione di questa fascia d’età che progetta concretamente un futuro. Non mancano, però, dei lati più critici, come il basso livello di felicità e il sentirsi poco ammirati, la possibilità che loro condizione di salute possa peggiorare, oltre che considerarsi un peso per le casse dello stato (ma non per le famiglie).
“Cosi come abbiamo fatto con i millenials lo scorso anno, era importante per noi fotografare anche gli Over 65 nella società odierna, il loro nuovo ruolo, i nuovi bisogni, le diverse aspettative rispetto ai coetanei del passato, e dare la dovuta attenzione a un gruppo sociale oggi altrettanto importante, così da rappresentare un nuovo target a cui si stanno interessando molte industries” – afferma Isabella Fumagalli, Amministratore Delegato di BNP Paribas Cardif in Italia –. “Nel settore assicurativo, la longevità, il miglior stato di salute, la tecnologia e la dimestichezza nell’utilizzo della stessa dei Senior hanno cambiato il paradigma di consumo e di offerta. Si sono creati nuovi modelli di prodotto e di servizio, fino a qualche anno fa impensabili, che coniugano gli obiettivi di business con il ruolo sociale su cui si basa l’assicurazione. Oggi possiamo, ad esempio, sviluppare soluzioni innovative e sostenibili dedicate agli Over 65 nel campo della mobilità, dei viaggi, della salute, della smart home, semplicemente attraverso un’app.”
 Tecnologia: sono i primi Over 65 digitali. Quello che differenzia ulteriormente i “nuovi Over 65” è il rapporto con la tecnologia. Oltre quattro su dieci dichiara di “amarla”, e questo grazie anche ai nuovi device diventati più semplici e intuitivi da usare. Una categoria, quindi, sempre più smart nei confronti di internet, dei social networks e degli smartphone, con il 66,2% che dichiara di utilizzarli in modo autonomo e il 57,1% che ha particolarmente apprezzato l’avvento dei social network perché li rende meno isolati. Certo, non sono loro a essere innovatori (solo il 12,5% ritiene di esserlo), non è il loro compito, ma sono ben disponibili a mettersi in gioco e imparare.
Salute: sono attivi, lucidi e complessivamente in forze, ma prevedono un peggioramento. Quasi nove Senior su dieci (86,8%) si sentono complessivamente più in forma rispetto ai coetanei di 20/30 anni fa. Una generazione più attiva, lucida, in forze, sia a livello mentale (87,9%) sia fisico (77,2%), con memoria e ricordi del passato anche lontano (72,7%). Si sentono completamente autonomi nel 68% dei casi, con uno stato di salute ottimo/buono (per il 53,5%). Dati positivi che tra 5-10 anni sembrano, però, destinati a peggiorare, secondo il loro giudizio. La quota di chi pensa che il proprio stato sarà ancora ottimo o buono si riduce nettamente (32,8%). Anche l’autosufficienza cala drasticamente dal 68% al 19,4%, segno che nei prossimi anni sarà necessario un supporto esterno. Una critica va alla rete assistenziale, che include il servizio sanitario: solo per il 41,3% è accessibile ed efficiente. Le aziende che operano nel settore assicurativo e sanitario privato, si stanno, in effetti, orientando per offrire prodotti innovativi dedicati a questa fascia di età.
Società e famiglia: rivendicano il ruolo sociale e non si sentono un peso per le famiglie. Interrogati su come vedono la loro generazione, rivendicano il ruolo sociale che li vede sempre più protagonisti nel supportare le famiglie, sia nella custodia ed educazione dei nipoti (per l’85,5%) sia a livello economico (82,2%). Sono, quindi, una fonte di serenità per i propri cari e senza dubbio sono più gli anziani che aiutano le proprie famiglie rispetto a quanto ricevono dalla rete di parenti e amici. Una risorsa preziosa, sempre secondo i Senior intervistati, che non si limita solo all’ambito familiare, ma all’intera società (per il 79,4%). Non si sentono assolutamente un peso per le famiglie, né ora e né in futuro, anche se tanti pensano, invece, di esserlo per le casse dello stato: oltre quattro su dieci sono convinti che gravano e graveranno sui conti pubblici in modo rilevante. Rivendicano un ruolo sempre più attivo, tanto che molti si sentono già considerati dalle aziende come gruppo sociale (36,3%), ma vorrebbero esserlo di più, con maggiori servizi o prodotti a loro dedicati che gli consentirebbe di dare vita a una cultura del benessere e della salute (86,4%).
 Le “cose” che contano di più nella vita degli Over 65. Tra gli aspetti realmente fondamentali per i Senior emerge come non vogliano essere un peso per gli altri. Al primo posto segnalano, infatti, la lucidità e la buona condizione mentale (73,7%), che supera paradossalmente l’essere in salute e la buona condizione fisica (68,2%), mentre l’altro grande desiderio è quello di essere indipendenti (64,5%), in modo da provvedere autonomamente a se stessi. Solo una minima parte indica l’essere accudito. La serenità e la stabilità (51,6%) predominano sull’essere ben inseriti in un contesto familiare e sociale (37,5%): quasi a dire, “meglio sereni che accompagnati”.
Le paure: cadute, acciacchi, furti o aggressioni. Una maggiore dinamicità comporta, ovviamente, un maggiore rischio per la propria incolumità. Quali sono le principali paure? Ai primi posti rientrano la paura di cadere in casa causandosi fratture o altri danni rilevanti (per il 50,2%) e l’insorgere di piccoli acciacchi che impedirebbero di frequentare un corso o un programma a cui ci è iscritti (47%). Ma si sono anche timori non legati all’ambito salute, come subire furti o aggressioni nella propria abitazione (42,9%) o avere un imprevisto che fa annullare o interrompere un viaggio (35,8%).
 Solitudine: per tanti, ma non per tutti. Il tema dell’“essere soli” divide i Senior: se da un lato il 36,7% afferma di vivere sempre più in solitudine, dall’altro il 31,5% la pensa diversamente. Analogamente, ma con più orgoglio e rivendicazione della propria rilevanza, per il 31% è vero che gli anziani sono poco considerati, hanno un ruolo minore e calante, mentre per ben il 35,2% questa idea non corrisponde alla realtà.

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