Biotech, le prospettive del settore

A cura di Bb Biotech
Per i mercati azionari, il 2018 è iniziato all’insegna della volatilità. Il rally avviato nel 2017 si è protratto fino al primo trimestre 2018, ma ha registrato un’inversione di trend a febbraio, in seguito all’inasprimento della politica di bilancio USA, a cui è seguito un ulteriore rallentamento a marzo di fronte allo spettro di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina. Nel trimestre in esame, l’indice S&P 500 si è mantenuto su livelli stabili, con un rendimento negativo dello 0.8%, mentre il Dow Jones ha perso il 2.0% e il Nasdaq Composite ha guadagnato il 2.6% (tutti i valori espressi in termini di rendimenti totali e in USD). A differenza delle piazze azionarie statunitensi, sostenute dall’indebolimento dell’USD, gli indici di mercato europei quali l’Euro Stoxx 600 (-4.0% in EUR), il DAX (-6.4% in EUR) e l’SPI (-5.2% in CHF) hanno perso terreno.
Il settore Healthcare si è mosso in linea con i più ampi indici azionari statunitensi, mentre il comparto farmaceutico ha risentito delle speculazioni sui tagli ai prezzi dei farmaci. Nuove proposte come la ripartizione degli sconti tra pagatori e pazienti e altre aree di confronto riguardanti i prezzi continuano ad alimentare il nervosismo sui titoli farmaceutici e comparti affini. L’indice MSCI World Healthcare (-1.0%) e il Nasdaq Biotech (0.1%) hanno chiuso il trimestre con minime variazioni (tutti i valori in USD).
Performance di BB Biotech nel primo trimestre 2018
Nonostante questo scenario, nei primi tre mesi del 2018 le azioni BB Biotech hanno guadagnato l’8.8% in CHF e il 7.3% in EUR. Il portafoglio ha evidenziato un andamento sostanzialmente invariato pari al +0.4% in CHF, -0.1% in EUR e +2.3% in USD. BB Biotech ha realizzato un utile netto di CHF 28 milioni, contro un utile netto di CHF 375 milioni nello stesso periodo del 2017. L’impatto valutario è stato negativo per l’1.9%, a seguito della moderata svalutazione dell’USD contro CHF. I calcoli del rendimento per BB Biotech tengono conto della distribuzione del dividendo approvata dagli azionisti in occasione dell’Assemblea generale tenutasi il 13 marzo 2018.
Prosecuzione della distribuzione di capitale
BB Biotech ha distribuito un dividendo proposto di CHF 3.30 per azione. Il Consiglio di Amministrazione ha confermato la prosecuzione dell’attuale politica dei dividendi anche in futuro e prevede di corrispondere un dividendo annuo pari al 5% del prezzo medio dell’azione del mese di dicembre.
Prosegue inoltre l’undicesimo programma di buyback azionario, avviato ad aprile 2016, che consente a BB Biotech di riacquistare fino al 10% del flottante dell’azienda su un arco temporale massimo di tre anni. Anche nel primo trimestre l”azienda non ha operato sulla seconda linea di negoziazione. Da aprile 2016 BB Biotech quindi non ha effettuato nessun buyback.
Incremento dei livelli di investimento nei primi tre mesi del 2018
BB Biotech ha incrementato i crediti a breve termine, portando i livelli di investimento dal 102.5% al 108.7% durante il trimestre in rassegna. In totale, la distribuzione dei dividendi per CHF 183 milioni e gli investimenti in promettenti nuovi acquisti e in posizioni già esistenti nel portafoglio hanno leggermente superato gli apporti di liquidità, pari a USD 164 milioni, derivanti dalla vendita delle azioni Juno a Celgene.
Due nuove posizioni nel portafoglio durante il primo trimestre
In un contesto di mercati pressochè stabili, le posizioni già esistenti nel portafoglio di BB Biotech sono state come sempre accuratamente ottimizzate. I guadagni generati dalle posizioni in Agios, Neurocrine, Sage, Alnylam e Gilead sono stati reinvestiti in società che presentavano interessanti livelli di rientro, quali Tesaro, Ionis e Regeneron. BB Biotech ha ulteriormente incrementato le proprie partecipazioni in Akcea Therapeutics e Voyager Therapeutics.
Fedele alla propria strategia di investire in aziende innovative a piccola e media capitalizzazione, BB Biotech ha iniziato un investimento in Moderna Therapeutics, Società non quotata all’avanguardia nello sviluppo di una nuova categoria di farmaci mRNA. Oltre a vantare una pipeline di vaccini e trattamenti candidati in vari ambiti terapeutici, Moderna ha in corso dieci sperimentazioni cliniche. Ad oggi ha raccolto oltre USD 1.5 miliardi di capitale proprio e USD 1 miliardo attraverso opportune operazioni strategiche. BB Biotech ha investito USD 70 milioni nella serie G di Moderna, ampliando la propria esposizione alla tecnologia RNA che alla fine del primo trimestre ha raggiunto il 19% del valore del portafoglio.
Una seconda posizione aperta nel primo trimestre è quella in Argenx, società specializzata in piattaforme di anticorpi che vanta una gamma di candidati in fase di sperimentazione clinica medio-avanzata, di cui ARGX-113 è quello in fase più avanzata. Questa molecola è oggetto di studi clinici su tre patologie mediate da IgG (immunoglobina G), da cui si attendono esiti importanti nei prossimi 12 mesi. Per un secondo candidato, ARGX-110, i trial clinici proof-of-concept dovrebbero iniziare nella seconda metà dell’anno.
Solidi progressi per le posizioni in portafoglio
Nel primo trimestre del 2018 le società in portafoglio hanno inoltre reso noti importanti dati di studi clinici in fase avanzata. Novo Nordisk ha annunciato risultati positivi dalla sperimentazione di Fase III, PIONEER-1, di Semaglutide a somministrazione orale per il diabete di tipo 2. Semaglutide orale ha migliorato i valori HbA1c (glicemia a lungo termine) a tutti i livelli di dosaggio testati. Il dosaggio più alto ha peraltro determinato un notevole calo ponderale (oltre 4 kg in 26 settimane). Novo Nordisk prevede di pubblicare altri nove trial per Semaglutide orale nel corso del 2018 e di presentare richiesta di autorizzazione nel 2019. Una volta approvato, questo farmaco consentirà a Novo Nordisk di puntare a un ampio segmento di mercato in forte espansione.
Alder ha pubblicato una seconda sperimentazione positiva di Fase III, PROMISE 2, per Eptinezumab nella prevenzione dell’emicrania cronica. In un terzo dei pazienti, i giorni di emicrania sono diminuiti di almeno il 75% rispetto alla baseline. Circa il 15% dei pazienti non ha più manifestato episodi di emicrania per tre mesi. In caso di approvazione di Eptinezumab, Alder prevede di avviarne la commercializzazione nel 2019.
I test effettuati su ALXN-1210, anticorpo candidato in fase di sviluppo avanzato di Alexion per l’inibizione del complemento nei pazienti affetti da EPN, hanno dato esito positivo. Somministrato ogni due mesi, ALXN-1210 produce effetti simili a Soliris in somministrazione bisettimanale nel conseguimento di importanti endpoint quali la prevenzione delle trasfusioni e la normalizzazione della lattato deidrogenasi. Questi risultati avvalorano quella che si profila come una strategia potenzialmente interessante di estensione del ciclo di vita per Alexion, che nella seconda metà dell’anno intende presentare richieste di autorizzazione in USA, UE e Giappone.
Abbvie, partner di Neurocrine, ha annunciato risultati positivi in due studi di Fase III, ELARIS UF-I e -II, per Elagolix. Abbinato a una terapia (add-back) ormonale a basso dosaggio, Elagolix ha permesso di ridurre la menorragia in circa il 75% delle donne, contro circa il 10% nel gruppo placebo. Abbvie prevede di ottenere dall’autorità sanitaria statunitense FDA l’approvazione al trattamento dell’endometriosi nel terzo trimestre del 2018 e nel 2019 presenterà un’ulteriore richiesta di autorizzazione per il trattamento dei fibromi uterini.
Lo STUDY 4 di Esperion sull’acido bempedoico ha centrato l’endpoint primario: abbassare del 24% il colesterolo LDL nei pazienti in trattamento con Ezetimibe o con basse dosi di statine. L’azienda prevede di pubblicare altri quattro studi di Fase III nel 2018 e di presentare una nuova richiesta di autorizzazione nei primi mesi del 2019.
Due delle società in portafoglio hanno ottenuto autorizzazioni dalla FDA nel primo trimestre 2018. Gilead ha ricevuto il via libera per Bictarvy, una pillola a tripla combinazione per il trattamento dell’HIV, mentre Vertex ha ottenuto l’approvazione per Symdeko, il suo terzo farmaco contro la fibrosi cistica, destinato in questo caso ai pazienti omozigoti o eterozigoti di età superiore ai 12 anni con mutazione F508del.
Ha suscitato delusione la lettera di rifiuto (RTF) emessa a sorpresa dalla FDA nei confronti di Celgene per Ozanimod, farmaco per il trattamento della sclerosi multipla recidivante. Anche Radius ha ricevuto un giudizio negativo dall’EMA per Abaloparatide-SC, destinato al trattamento dell’osteoporosi nelle donne in post-menopausa.
Contrariamente ad alcune previsioni di Wall Street, le attività di fusione e acquisizione (M&A) stentano a riprendere vigore, nonostante il rimpatrio di capitali e la riforma fiscale. BB Biotech ha colto interessanti opportunità di disinvestimento quali ad esempio la vendita delle partecipazioni in Kite, società acquisita da Gilead per USD 12 miliardi nel 2017, e in Juno, azienda ceduta a Celgene per USD 9 miliardi a gennaio 2018, realizzando un utile netto di USD 96 milioni.
Outlook
Il 2018 si preannuncia, per il settore biotech, foriero di importanti traguardi che dovrebbero contribuire a contrastare il temporaneo peggioramento del clima di fiducia osservato nel primo trimestre. Attualmente, le azioni di numerose società biotecnologiche a grande capitalizzazione quotano ampiamente al di sotto del loro valore intrinseco. Pertanto, la commercializzazione dei farmaci in pipeline e nuove operazioni di acquisizioni societarie dovrebbero sospingere al rialzo multipli e valutazioni.
In uno studio ampiamente atteso, Incyte ha annunciato che Epacodastat, testato in combinazione con Keytruda in pazienti con melanoma non removibile o metastatico non ha apportato un beneficio maggiore rispetto al farmaco Keytruda somministrato come monoterapia. BB Biotech ritiene comunque che gli investitori sposteranno l’attenzione sugli altri progetti dell’ampia pipeline della società. BB Biotech prevede che nel prosieguo del 2018 i risultati di studi clinici in fase avanzata e approvazioni di nuovi farmaci sosterranno il valore del patrimonio netto. Dovrebbero inoltre proseguire le attività M&A. Alcune aziende farmaceutiche e grandi società biotecnologiche hanno manifestato un interesse concreto per l’acquisizione di tecnologie d’avanguardia.
Il sistema sanitario statunitense, oggi ampiamente influenzato dalla leadership di Alex Azar (HHS) e Scott Gottlieb (FDA), dovrebbe evolversi verso una maggiore trasparenza dei prezzi, segnando un cambiamento di rotta nei rapporti piuttosto tesi tra pagatori, distributori farmaceutici (Pharmacy Benefit Manager, PBM), fornitori e industria farmaceutica.

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