Regioni e settori: fonte di alfa

A cura di Pictet Am
Nella migliore delle ipotesi, è probabile che nel complesso le azioni rimangano a galla nei prossimi mesi. Lo slancio economico si sta stabilizzando, con le banche centrali che drenano la liquidità che ha sostenuto le valutazioni negli scorsi anni. Eppure con alcune parti del mondo che avanzano più speditamente nel ciclo economico rispetto ad altre, ci aspettiamo un’elevata dispersione dei rendimenti tra i mercati azionari regionali e i vari settori, e questo offre svariate opportunità di investimento tattico.
A livello regionale, gli USA rimangono il mercato azionario più costoso, il che lascia una limitata possibilità di ulteriore crescita. Inoltre, le aspettative degli investitori per la crescita degli utili di quest’anno delle società comprese nell’S&P500 – attualmente al 19,5% – sono coerenti con una crescita del PIL nominale statunitense del 6%, un dato che pare improbabile.
Siamo diventati meno ottimistici sulle azioni giapponesi. Sebbene le prospettive di crescita a lungo termine del Paese rimangano solide, l’economia ha perso slancio nei mesi scorsi, soprattutto in merito alle esportazioni e all’attività edilizia. La recente forza dello yen dovrebbe anche penalizzare le esportazioni. Inoltre, la decisione della Bank of Japan di ridurre l’importo degli acquisti di obbligazioni a gennaio suggerisce che la banca centrale potrebbe seguire la scelta delle sue omologhe di eliminare gli stimoli monetari. Tuttavia, il Giappone è ancora uno dei mercati azionari meno cari e le tendenze strutturali, ad esempio sulla governance societaria, sono più positive.
Altrove, vediamo opportunità nell’Eurozona grazie alle aspettative di una solida crescita degli utili societari.
Le prospettive per le azioni legate all’energia paiono più incoraggianti rispetto al passato. Il prezzo del petrolio dovrebbe continuare ad essere sostenuto da un dollaro debole e dalle tensioni geopolitiche in Iran e in Venezuela, che limitano la potenziale offerta. Ciò dovrebbe favorire la ripresa dei ricavi delle società energetiche. Da metà del 2017, non solo queste azioni sono rimaste indietro rispetto al mercato azionario globale nel complesso, ma non hanno neanche seguito i prezzi del petrolio – che sono cresciuti di quasi il 60% nel periodo (si veda il grafico). Prevediamo una graduale riduzione di questo divario.
Abbiamo leggermente aumentato l’esposizione alle azioni legate ai beni di consumo di base, che paiono adesso meglio valutate a seguito della correzione. Apprezziamo anche le loro caratteristiche difensive.
I titoli tecnologici sono diventati più convenienti. Tuttavia, le loro valutazioni non sono ancora sufficientemente interessanti da spingerci ad aumentare l’esposizione, attualmente neutra. I timori per una maggiore regolamentazione e il nervosismo attorno alla guerra commerciale tra USA e Cina continuano a pesare sul settore IT, che quasi da solo ha trainato il rally azionario globale dello scorso anno. Rimaniamo ottimistici sulle previsioni di utili nel lungo termine per il settore tecnologico, ma riteniamo che siano già scontate nei prezzi.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!