Ritorno della volatilità: rischi e opportunità con i tassi in crescita

A cura di Kurt Schappelwein, Responsabile Multi Asset Strategies di Raiffeisen Capital Management
In linea di principio, la normalizzazione dei tassi d’interesse è un segnale positivo, poiché indica che l’economia si trova su un terreno solido. Pertanto, gli investitori non dovrebbero essere troppo preoccupati, soprattutto quando si tratta di mercati azionari.
D’altro canto, è chiaro che l’inasprimento della politica monetaria avviene di norma nella parte finale del ciclo. Ciò significa che buona parte del ciclo economico (e del mercato azionario) è ormai alle spalle. È inoltre evidente che una politica monetaria più restrittiva e tassi d’interesse più elevati a lungo termine finiscono, prima o poi, per influenzare negativamente l’economia e il mercato azionario. A nostro avviso, però, questa situazione non è imminente e non lo sarà per il resto del 2018.
Normalizzazione dei tassi di interesse e politiche monetarie: come cambia lo scenario. Negli ultimi due anni la volatilità sui mercati finanziari (non solo sui mercati azionari) è stata insolitamente bassa, a causa di un contesto economico molto favorevole e a una politica monetaria accomodante prolungata.
Con la maturazione del ciclo, possiamo aspettarci due cose: minori rendimenti e maggiore volatilità. La correzione che abbiamo sperimentato di recente e che ha influito sul quadro di mercato potrebbe effettivamente rappresentare una prima avvisaglia di un quadro economico e di mercato di fine ciclo. Non è così scontato, quindi, che siano gli eventi contingenti, come le tensioni commerciali, la vera fonte di una maggiore volatilità, ma solo un pretesto pronto all’uso per spiegare un’evoluzione che ha radici più profonde.
Fatte queste riflessioni, possiamo dire che pur non essendo la causa diretta della correzione dei mercati e di un aumento della volatilità molti si chiedono quale sia l’impatto delle tensioni commerciali in corso sui mercati mondiali.
Guerra commerciale Usa-Cina: l’incognita è Trump. Una guerra commerciale a pieno titolo tuttavia sarebbe dannosa per tutti, nessuno ne uscirebbe vincitore. Questo è il motivo principale per cui riteniamo che non accadrà. Indubbiamente, si è creato un gran polverone sull’argomento, ma i protagonisti di questo scontro alla fine si asterranno dal compiere passi davvero significativi. Tuttavia, permane un rischio su questo tema e il suo nome è Donald Trump. Poiché Trump è altamente imprevedibile, vi è un rischio esterno significativo sul tema della guerra commerciale che impatterebbe direttamente anche i mercati azionari.
 Quali strategie di investimento si adattano meglio allo scenario attuale? In un contesto di mercato con rendimenti bassi e maggiore volatilità, le strategie trend following avranno difficoltà a fornire buoni rendimenti poiché vi saranno molti falsi segnali. Per il momento, quindi, un approccio flessibile e discrezionale sarà il modo migliore per ottenere il meglio da questo contesto di mercato. Un approccio flessibile e discrezionale, infatti, permette di utilizzare le correzioni per comprare di più e approfittare dei rally per prendere profitti.

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