La BoJ si smarca dalla Fed? Possibili scenari in vista del Board

Di Jesper Koll, Head of  WisdomTree in Japan

Giovedì 26 aprile si terrà la prima riunione del Board della Bank of Japan (BoJ) alla presenza dei vice governatori appena nominati. A nostro avviso, non si tratterà di “ordinaria amministrazione”: ci sono infatti buone probabilità di ottenere un cambiamento nell’equilibrio decisionale del Consiglio a favore di un alleggerimento quantitativo unilaterale. E queste probabilità sono più alte per la BoJ rispetto alla Fed.

In particolare, ci aspettiamo che il numero dei membri del Consiglio favorevoli a un ulteriore stimolo monetario salirà da uno a due, con il nuovo vice governatore Wakatabe Masazumi conosciuto per la sua reputazione di strenuo sostenitore dell’ultra-reflazione, uno dei principali fattori che ha contribuito alla sua elezione al Consiglio. Al Board si unirà anche Kataoka Goushi, la voce solitaria e risoluta a sostegno di un maggiore alleggerimento sin dal suo ingresso alla fine di luglio 2017 (ci sono nove membri con diritto di voto).

In realtà, se il nuovo membro non fosse all’altezza della sua qualifica e reputazione non sarebbe una bella sorpresa. Per qualsiasi monetarista (come Wakatabe), il calo della crescita del credito bancario, dai tassi massimi del 3,3% dell’estate scorsa ad appena il 2% degli ultimi mesi, rappresenta un segnale d’allarme indicatore di una possibile recessione ciclica. Mentre i dati sull’attività complessiva sono stati meno negativi delle statistiche monetarie e creditizie, il deterioramento delle condizioni economiche mostrate dal Tankan (report realizzato dalla BoJ come linea guida della formulazione della politica monetaria), la recessione dell’edilizia residenziale e i recenti rapporti altamente volatili sulla produzione industriale suggeriscono che lo stimolo al rialzo del Giappone si è arrestato e che i rischi di un peggioramento della situazione sono aumentati.

Sui mercati globali, la BoJ sta soffrendo di un serio problema di credibilità. Sono pochi quelli che ritengono che il Giappone possa permettersi di non seguire l’esempio degli Stati Uniti in materia di tassi di interesse. Dopo un decennio di politica monetaria “sincronizzata”, perché la BoJ dovrebbe essere in grado di “separarsi” dalla Fed? A nostro avviso, il Governatore Kuroda ha già dato la risposta – il Giappone non si fermerà prima di aver effettivamente raggiunto l’obiettivo di inflazione.

Venerdì 27 aprile, quando il governatore Kuroda concluderà la prima riunione del Board con i nuovi vice governatori, non ci aspettiamo cambiamenti negli obiettivi di politica effettivi o negli strumenti operativi. Quello che è lecito attendersi è un chiaro segnale che ora due, non più uno solo, dei nove membri del consiglio stanno chiedendo che vengano aggiunte argomentazioni per raggiungere in modo credibile l’obiettivo del 2% dell’inflazione. In tal caso, la fiducia nella desincronizzazione della BoJ dal ciclo dei tassi della Fed dovrebbe aumentare, spingendo a sua volta lo Yen verso il basso e le azioni giapponesi verso l’alto.

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