Il mercato globale dei famarci supererà i 300 miliardi di dollari entro il 2022
La nuova analisi di Frost & Sullivan fornisce un profilo dettagliato delle 10 principali aziende biofarmaceutiche a livello globale, inclusi i primi 5 prodotti e pipeline per fase di sviluppo. Lo studio inoltre prevede che il mercato supererà i 300 miliardi di dollari entro il 2022 con un tasso di crescita annuo (CAGR) di quasi il 10%.
“Per far fronte alla crescente richiesta di terapie nuove e avanzate, le aziende adottano modelli di business ibridi oppure realizzano partnership o acquisizioni al fine di conseguire competenze tecnologiche e terapeutiche specifiche” afferma Aarti Chitale, Senior Research Analyst del gruppo Transformational Health di Frost & Sullivan. “Di conseguenza, le aziende farmaceutiche virtuali stanno venendo alla ribalta grazie alla collaborazione con i grandi operatori farmaceutici e alla fornitura, a questi partner, di servizi specifici in termini di scoperta, sviluppo o produzione di farmaci.”
Gli imperativi strategici per le aziende mondiali produttrici di farmaci biologici includono:
- Concentrarsi sulle richieste non ancora soddisfatte investendo nei segmenti più promettenti, tra cui l’oncologia, i disturbi neurologici, le malattie infettive, il diabete e l’immunologia, che hanno mostrato un elevato grado di accettabilità tra le varie regioni.
- Cogliere le opportunità di investimento creando partnership con gli operatori di nicchia.
- Intraprendere collaborazioni strategiche: le aziende farmaceutiche di piccole e medie dimensioni si stanno concentrando sulla scoperta e lo sviluppo di farmaci biologici attraverso la collaborazione con grandi produttori di farmaci di marca e di generici, organizzazioni di sviluppo e produzione a contratto (CDMO) e organizzazioni di ricerca a contratto (CRO).
- Adottare le nuove tecnologie di sviluppo e produzione, compresi i progressi nei test bioanalitici.
“Parallelamente alle collaborazioni con il mondo industriale e con la ricerca universitaria, le aziende si stanno concentrando sulle partnership con gli operatori IT, come IBM Watson Health e GE Healthcare Life Sciences, che forniscono soluzioni tecnologicamente avanzate per lo svolgimento di studi clinici e il supporto di complessi processi di produzione dei farmaci” osserva Chitale. “Mentre queste collaborazioni dovrebbero ridurre alcune difficoltà di produzione e creare modelli di business integrati, i costi di produzione più elevati potrebbero influenzare il prezzo di queste molecole e conseguentemente il rispettivo tasso di adozione, specialmente nei mercati emergenti con servizi di rimborso inadeguati.”
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