L’attuale incertezza non è necessariamente sintomo di recessione

A cura di Pimco

Il fermento per un’espansione solida e globalmente sincronizzata ha lasciato il posto ad una riflessione sull’improvviso calo degli indicatori di attività globali durante i primi mesi di quest’anno mentre gli esperti stanno rivedendo le loro aspettative di crescita.

Secondo Joachim Fels, Consulente economico globale di Pimco, così come è stato sbagliato trarre le conclusioni su una crescita accelerata alla fine dello scorso anno, non sarebbe saggio interpretare la recente insicurezza come anticipazione di una brusca recessione.

Tuttavia le prospettive macroeconomiche generali sono diventate meno rosee e rischiano di generare più volatilità. Questo perché i rischi di inflazione, in particolare negli Stati Uniti, sono aumentati per diversi motivi:

  • Innanzitutto, secondo l’esperto di PIMCO, l’inflazione dei prezzi delle merci a livello globale ha subito un’accelerazione e sta iniziando ad influire sui prezzi al consumo degli Stati Uniti;
  • In secondo luogo, se il conflitto commerciale con la Cina dovesse intensificarsi con tariffe imposte su un insieme più ampio di importazioni statunitensi, l’inflazione dei prezzi dei beni essenziali accelererebbe ulteriormente;
  • In terzo luogo, secondo Fels, poiché lo stimolo fiscale inizia ad arrivare nell’economia reale e la crescita degli Stati Uniti rimane al di sopra del potenziale, il margine positivo rimanente nell’economia si ridurrà ulteriormente, esercitando pressioni al rialzo sui salari e sui prezzi.

Il risultato che trae Fels è che stiamo attualmente assistendo all’inizio della fine di un’espansione economica insolitamente lunga.

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