Trump: riflettori accesi e riflettori spenti

a cura di Aqa Capital

Riflettori accesi e riflettori spenti. Non passa giorno in cui Donald Trump accende nuovi scenari di tensioni. I riflettori sulla Corea del Nord sono appena stati spenti; mentre Europa e  dazi sono stati messi in ombra. La tensione sulla Cina pare congelata. La parola è passata alle diplomazie, che lavorano dietro le quinte. Ora sul palcoscenico si gira un’altra scena. E’ quella con Teheran. E’ un dialogo acceso, un botta e risposta con gli Stati Uniti. Trump continua a minacciare la rottura dell’accordo sul nucleare firmato due anni fa da Obama, se non saranno apportati cambiamenti. Teheran, insieme ai Paesi europei firmatari dell’intesa, non intende riaprire il negoziato. E’ possibile che la temperatura si scaldi ulteriormente nei prossimi giorni, con possibile ulteriore aumento del prezzo del petrolio, in vista della data decisiva del 12 maggio: entro sabato la Casa Bianca prenderà una decisione sull’accordo.

Grazie alla fine dell’embargo pluriennale, oggi l’Iran riesce a produrre oltre 2,5 milioni di barili al giorno, il doppio di quel che pompava quando le sanzioni erano in vigore.

Secondo indiscrezioni, Donald Trump, sabato potrebbe annunciare l’uscita dall’accordo con l’Iran, accompagnandolo con qualche proclama bellicoso, ma privo di efficacia operativa: in questo modo, la Casa Bianca costringerebbe i Paesi europei firmatari, a fare pressioni sull’Iran, così da riaprire il negoziato.

I mercati stanno prendendo le misure, dopo quasi un anno di proiezioni, iniziano a comprendere il personaggio Trump. Come insegna Chaplin, padre, il  più grande giocattolo creato è la mente umana, lì sta il segreto della felicità. Trump sulla scena fa credere a tutti che il suo giocatolo sia la politica internazionale, ma con la testa è concentrato agli interessi Usa. E lo scaldarsi del dibattito  con l’Iran ha una chiara unità di misura, il prezzo del greggio schizzato sui livelli del 27 novembre 2014.

Se il grande pubblico guarda a Teheran, i mercati si focalizzano sulle ripercussioni del prezzo dell’oro nero su inflazione, tassi e, da qui, valute e dazi. Il forte apprezzamento del dollaro, +3,6% in 12 sedute, rischia di innervosire ulteriormente  la Casa Bianca sul fronte dazi e bilancia commerciale. D’altronde Trump rimane solo un personaggio, il palcoscenico è il mondo intero e i mercati sono solo dei teatri dove si svolgono alcune pièce dell’intera storia. Il vero autore è il tempo che “trova sempre il perfetto finale”. Ogni variabile dei mercati è talmente interconnessa con le altre, che se da un lato una influenza le restanti l’aggiustarsi delle altre diluisce l’effetto totale.

Questo continuo cambio di scena, sta togliendo interesse alla politica internazionale, che trova sempre un modo per aggiustarsi, per portare alla ribalta i fondamentali:  qualità della crescita, degli utili,  i grandi movimenti di M&A e operazioni societarie. La stagione delle trimestrali ci ha regalato un nuovo aggiornamento sui trend a maggior crescita. I tech hanno stupito con trimestrali sopra le attese, e una valanga di cassa che proietta queste aziende tra i maggiori investitori in nuove tecnologie, come a dire che difficilmente il loro primato sarà scalzato. Apple stupisce con un buy back di 100 miliardi di euro. Il settore telco è in pieno risiko. Vodafone dopo un maxi acquisto da 15 miliardi in India ora punta a Liberty Global, il più grande internet provider  al di fuori degli Usa. Nel Paese a Stelle e strisce prosegue la battaglia tra Comcast e Disney che si contendo Sky. Non è solo Vivendi dunque che crede nella convergenza tra media a tlc, questo è un tema che preannuncia guerre miliardarie tra risiko di settore e lotte per i contenuti.

Insomma è dall’elezione di Trump che sui mercati si continua a vivere di spauracchi, le bombe atomiche in Corea, la guerre commerciale fra le due super potenze mondiali, il ritorno della guerra fredda, la rottura tra Usa ed Europa. Col passare del tempo appare più chiara la distinzione tra teatro e realtà. Gli indici in risalita e le trimestrali sopra le attese ci ricordano che  Sì, la vita è meravigliosa, se non se ne ha paura. Tutto quel che ci vuole è coraggio, immaginazione… e un po’ di soldi.

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