Capgemini ha rilasciato il nuovo report del Digital Transformation Institute dal titolo “Seizing the GDPR Advantage: From mandate to high-value opportunity”, che ha intervistato 1.000 dirigenti e 6.000 clienti in 8 mercati (tra cui l’Italia), al fine di esplorare le attitudini e la preparazione delle aziende nell’adozione del GDPR, oltre alle opportunità offerte dallo stesso. Secondo lo studio, l’85% delle aziende in Europa e negli Stati Uniti non sarà pronto per l’entrata in vigore del GDPR che avverrà il 25 maggio (in Italia sono il 90%). Inoltre, una società su quattro non sarà pienamente conforme al nuovo regolamento nemmeno entro la fine dell’anno. Questo nonostante ci siano dei possibili benefici per chi riuscirà a conformarsi alla normativa. Una copia del report è disponibile per il download qui.
Di seguito le principali evidenze:
Una corsa contro il tempo per l’arrivo del GDPR
- Le imprese britanniche sono le più avanzate in termini di conformità al GDPR in Europa, anche se solo il 55% dichiara di essere ampiamente o completamente conforme. Seguono le società di Spagna (54%), Germania (51%) e Paesi Bassi (51%) che sono ancora più in ritardo.
- In Italia solo il 48% delle imprese dichiara di essere ampiamente o completamente conforme.
- Il fanalino di coda è rappresentato dalla Svezia, che ha ancora molto da fare, con solo il 33% delle compagnie del paese ampiamente o completamente conforme con il regolamento.
- Quasi un terzo delle società si concentra esclusivamente sulla conformità: per il 31% degli intervistati (il 22% degli intervistati in Italia) l’obiettivo del proprio programma è quello di rispettare le disposizioni del regolamento e non quello di ottenere un effettivo vantaggio competitivo.
- Nonostante esista la possibilità di imporre alle aziende non in regola delle sanzioni, il cui valore può arrivare fino al 4% del fatturato, quasi il 19% del campione afferma che la conformità alle disposizioni non costituisce una loro priorità. Una nota positiva per l’Italia, dove questo valore si abbassa al 13%.
I benefici e le opportunità del GDPR
- Il 39% dei consumatori convinti che una data organizzazione protegga i loro dati, ha acquistato più prodotti e aumentato la propria soglia di spesa presso quella singola azienda (in Italia il valore sale al 47%).
- L’aumento della spesa da parte dei consumatori è considerevole e si aggira intorno al 24% in più.
- Il 40% degli intervistati ha incrementato il numero delle transazioni con quelle aziende che più si impegnano nella protezione dei dati (50% in Italia).
- Il 49% del campione afferma di aver condiviso con parenti e amici la propria esperienza positiva, rafforzando di conseguenza la reputazione aziendale tra i potenziali clienti (56% in Italia).
La responsabilità passa dalle mani dei clienti
- In tutta Europa, il 57% delle persone (45% in Italia) dichiara di aver preso provvedimenti nei confronti di una data società una volta appreso che i propri dati personali non venivano gestiti in maniera adeguata.
- Di questi, più del 70% intraprenderà una serie di azioni a svantaggio delle aziende non-compliant, come ad esempio ridurre la spesa (71% – valore che sale al 72% in Italia), smettere di utilizzare i servizi offerti (71% – in linea con l’Italia) o condividere esperienze negative con amici e parenti (73%).
- Quasi i tre quarti (71% – valore che scende al 69% in Italia) dei dirigenti ritengono che i consumatori non intraprenderanno alcuna azione significativa.
- Otto dirigenti su dieci ritengono che i clienti abbiano piena fiducia nella loro azienda per quanto riguarda la gestione della privacy e della sicurezza dei dati personali, affermazione che però trova d’accordo solo il 52% dei consumatori.
- Questa percezione errata fa sì che le aziende perdano i potenziali benefici evidenziati in precedenza, e che solo l’11% di tali organizzazioni focalizzi i propri sforzi di conformità al GDPR sui bisogni dei clienti.