Scandalo derivati: sequestrati alle banche 460 milioni

Gli uffici e gli immobili e le sedi di Jp Morgan, Ubs, Dutsche e Depfa Bank sono stati messi sotto sequestro per un controvalore di 460 milioni di euro.

La decisione, partita dal Gip Vanore, da così una nuova spinta allo scandalo che ha visto alcune delle principali banche straniere coinvolte nella vendita di prodotti derivati al Comune di Milano.

I fatti si riferiscono al periodo 2005-2008 quando le banche in questione vendettero a Palazzo Marino contratti swap per finanziarie i bisogni finanziari del Comune ma che nel tempo si rivelarono delle trappole ‘mortali’ causando perdite milionarie all’amministrazione cittadina.

Delle vere e proprie truffe che trovarono compiacenza in alcuni dirigenti del comune (che molto probabilmente si spartirono parte delle commissioni milionarie derivati dalla vendita degli swap) e dalla ingordigia delle banche, pronte a vendersi la pelle pur di piazzare questi strumenti ad ‘alto valore aggiunto’.

Il sequestro di oggi sposta il livello dell’inchiesta ad un gradino superiore. Oltre alle banche, anche due dirigenti del Comune sono finiti sul registro degli indagati nei mesi scorsi e colpiti ieri dal provvedimento di sequestro preventivo in solido con gli istituti di credito.

I nomi sono quello del direttore generale del Comune all’epoca del sindaco Gabriele Albertini, Giorgio Porta, e il componente del comitato tecnico Mario Mauri. Secondo l’accusa, i due sarebbero le menti di tutta l’operazione derivati che trovava nell’ex sindaco Gabriele Albertini il più acceso sostenitore.

In totale le banche si presero carico di ristrutturare un debito, quello del Comune, che ammontava a 1,7 miliardi di euro: ristrutturazione che creò invece un buco di dimensioni ciclopiche e come recita il testo dell’esposto del PD alla Procura della Repubblica:

“L’ammontare complessivo di tali scostamenti contribuisce inoltre in modo significativo alla valorizzazione negativa della posizione in derivati del Comune di Milano, stimata qualche tempo fa in 250 milioni di Euro e la cui valutazione attuale – probabilmente aggravatasi a seguito di recenti turbolenze finanziarie – sarà oggetto di accertamento da parte di un collegio di probi viri di cui si attende la nomina da parte del Comune.”

Ma quello di ieri a Milano potrebbe essere solo il primo di una lunga serie di sequestri essendo quasi tutti i comuni, le Regioni e le Provincie italiane indebitate con uno degli strumenti finanziari più assurdi degli ultimi anni e di cui nel nostro Paese si è fatto larghissimo uso.

Il reato, secondo il pm Alfredo Robledo, è quello di truffa aggravata ai danni dello Stato, ma pare che nel mirino degli inquirenti siano finiti da tempo anche i contratti derivati stipulati da Regione e Provincia, considerati parte offese come Palazzo Marino.

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