Un nuovo ciclo per il biofarmaceutico è alle porte secondo Gam

Di Mirjam Heeb, senior portfolio manager nel team azionario Healthcare di GAM Investments

Il settore ha vissuto un buon inizio anno. In occasione dell’annuale conferenza in tema a cura di JP Morgan, tenutasi a gennaio, sono emerse prospettive molto positive per il settore biofarmaceutico in particolare. Nei primi mesi dell’anno sono state concluse alcune operazioni di M&A: da allora, tuttavia, la volatilità è tornata a salire di pari passo con quella dei mercati azionari e ci sono stati alcuni dati clinici deludenti, aspetto che ha frenato in qualche modo anche il settore biofarmaceutico. Il primo trimestre complessivamente è stato contrastante, ma generalmente positivo. La crescita che prevediamo venga generata con i nuovi prodotti non è particolarmente evidente, nonostante le valutazioni appaiano interessanti.

La sanità comprende una gamma diversificata di segmenti al proprio interno: attrezzature e forniture, fornitori e servizi, biotecnologia, prodotti farmaceutici, strumenti e servizi per scienza e tecnologia. Il nostro obiettivo principale è l’innovazione all’interno del settore. Una misura del grado di innovatività legato ad uno specifico aspetto è quando si deve tornare indietro e riscrivere libri di testo scientifici. È il caso in particolare della terapia genetica, che nel 2017 è passata da speranza a realtà con i primi prodotti di terapia genetica e cellulare lanciati negli Stati Uniti, approvati e accessibili per il trattamento di diverse patologie.

Ne abbiamo avuto conferma all’interno del settore, con l’acquisizione di Kite da parte di Gilead Sciences per 12 miliardi di dollari nell’agosto 2017 e l’acquisto di Genesis Energy per 9 miliardi di dollari nel gennaio di quest’anno. Entrambe sono società di terapia cellulare, nessuna delle quali al momento dell’acquisto generava ricavi. Sarà interessante sapere quale valore e quali vendite saranno generate da queste aziende nei prossimi anni. Inoltre, il contesto normativo è molto positivo e la FDA (Food and Drug Administration) è favorevolmente indirizzata nei confronti del settore e dell’innovazione. Si sta impegnando a fondo per accelerare i processi di approvazione dei prodotti, creando nuove denominazioni e lanciandole, se vi saranno dati scientifici attendibili che dimostrino l’accessibilità ai pazienti. I prodotti costosi vengono pagati quando dimostrano di poter fornire un risultato positivo e tutto ciò contribuisce ad accelerare l’innovazione rispetto al passato.

Nell’attuale scenario c’è potenziale di crescita, anche se esistono problemi che devono essere affrontati. Le riforme fiscali statunitensi sono state un tema importante e il rimpatrio delle imposte è stato considerato molto positivo. Di conseguenza, le attività di M&A potrebbero registrare una ripresa e continuare ad essere un fattore trainante per il settore, ma gli obiettivi sono scarsi e le valutazioni elevate. Il presidente Trump si è anche impegnato a ridurre il costo dei farmaci stimolando al contempo la concorrenza, muovendosi contro gli intermediari, come ad esempio gli assicuratori, al fine di preservare l’innovazione. Inoltre, Amazon, Berkshire Hathaway e JP Morgan stanno progettando di creare una joint venture indipendente senza scopo di lucro come offerta sanitaria a disposizione dei dipendenti a basso costo. Questo potrebbe essere il primo passo verso una possibile transizione verso un sistema sanitario statunitense più efficiente e basato sul valore.

Riteniamo di essere all’inizio di una fase di espansione nel ciclo di investimento biofarmaceutico. Dovremo avere un po’ più di pazienza per vedere crescere il momentum nell’innovazione sanitaria e nell’ulteriore crescita di punta. Le valutazioni sono interessanti sia su base assoluta che relativa, con una valutazione per il settore che attualmente è pari a 18 volte l’utile. Nei prossimi 12-24 mesi dovremmo assistere all’inizio di questa crescita.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!

Tag: