Yo yo valutario

Apparentemente il mercato che stiamo vivendo è assolutamente illogico, anche irrazionale, ma dall’altra parte non si discosta dai range delle ultime settimane pur restando estremamente volatile nel breve periodo.
Non si capisce la ragione per cui ieri la pressione ribassista sull’euro sembrava aver raggiunto livelli d’altri tempi mentre nel pomeriggio dopo il minimo visto alle ore 13.00 l’euro abbia cominciato una ripresa rapida, veloce, in assenza di notizie così rilevanti da cambiare radicalmente lo scenario mattutino.
I dati, ma anche l’andamento di Wall Street non sembravano giustificare un movimento del genere con una ripresa dai minimi di 1.2967 ai massimi di stanotte a 1.3197. Non pare che le notizie sul fronte della febbre suina, che pareva essere stata la causa del ribasso di ieri l’altro e di ieri mattina, si fossero dissolte come neve al sole, anzi l’Oms proprio ieri ha alzato il livello di guardia per gli aumenti dei casi di febbre e l’espansione della pandemia anche nel vecchio continente.
Dall’altro lato Wall Street ha chiuso leggermente negativa e si solito le chiusure dei listini azionari in rosso portano ad un rafforzamento del dollaro. Infine aumentano le voci di un programma di     Quantitative Easing anche nel Vecchio Continente, con la possibilità concreta che le Banche chiedano sostegno finanziario alle Banche Centrali offrendo in contropartita asset tossici. Questo semmai avrebbe dovuto pesare ulteriormente sulla moneta unica. Qualche notizia positiva che potrebbe però giustificare il ribasso del dollaro dovuto quindi ad un aumento dell’appetito al rischio potrebbero essere stati i dati Usa relativi alla fiducia dei consumatori Usa, salita a 39.2 in aprile contro il 26.9 di marzo, e quello relativo all’indice Manifatturiero della Fed di Richmond salito a -9 dal -20 del mese scorso e dal – 55 di due mesi orsono. Ma francamente ciò non ci sembra sufficiente a spiegare il movimento di ribasso del dollaro. La verità, forse, sta come sempre nel fatto che il mercato dei cambi si muove per flussi e questi flussi, in questi casi, portano a volatilità estrema nel breve periodo, ma all’interno di un range trading che sembra giustificato dall’enorme incertezza su quello che potrà succedere nelle settimane a venire sia in termini di dati macro, sia di conseguenza in termini di decisioni di politica monetaria.


Eurusd 2 ore

Il quadro tecnico conferma l’incertezza, ma anche il calo di volatilità che si è avuto negli ultimi due mesi ed ora i triangoli che si stanno formando ne sono la conferma. Ovviamente fino a che non si uscirà dai livelli del triangolo, non potrà succedere molto di più di quello che vediamo e soprattutto il mercato attenderà prima di prendere una direzione.
La nostra idea è e rimane la stessa, ovvero quella secondo cui il dollaro nel medio termine rimane a rischio a causa dell’enorme immissione di liquidità che potrà portare a conseguenze sul lato dei rapporti di cambio, ma se è vero che magari ciò succederò, potrà anche essere altrettanto vero che contro Euro rimarrà stabile e scenderà contro altre valute, per esempio le divise asiatiche.
Se guardiamo poi il mercato sotto un’altra ottica, quella dei mercati emergenti, notiamo come una stabilizzazione sia evidente guardando a quello che gli investitori da sempre ricercano, ovvero i rendimenti, che una volta erano rappresentati molto bene dai carry trades e che oggi invece sembrano scomparsi.

Per aggiornamenti in tempo reale sui cambi, si veda BlueTG.

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