Conte-sto sfidante

A cura di Anima

Per varie ragioni, il contesto attuale si presenta sfidante e, pertanto, manteniamo un approccio volto al contenimento dei rischi, con l’obiettivo di cogliere le eventuali opportunità che dovessero presentarsi in questa fase altalenante per i mercati. Trasversalmente alle asset class, l’aumento della dispersione e del rischio specifico rendono determinante l’attività di stock-picking, mentre la mancanza di direzionalità impone uno stile gestionale più tattico.

Mercati obbligazionari: Sottopeso su governativi Periferia Area Euro

 Il giudizio sulle obbligazioni governative resta strategicamente negativo, considerata l’evoluzione attesa del quadro macro e il sentiero di normalizzazione della politica monetaria delle Banche Centrali, che comporterà un graduale rialzo dei tassi (i prossimi meeting della Fed e della BCE si terranno, rispettivamente, il 13 e il 14 giugno). In particolare, nell’ambito di una posizione di sottopeso sui titoli periferici dell’Area Euro, in termini di peso complessivo e di duration, anche il posizionamento sull’Italia è di sottopeso. Del resto, come si è visto nei giorni scorsi, i titoli di Stato domestici, risultano più esposti alla delicata situazione politica e al termine, nel futuro prossimo, del Quantitative Easing della BCE.

Anche la view sulle obbligazioni societarie viene mantenuta di segno negativo: i titoli a più alto merito di credito continuano a presentare valutazioni care, mentre gli high-yield sono esposti al rischio liquidità (questa asset class è più vulnerabile alle fasi di volatilità e quindi all’interno dei fondi che puntano su questo segmento le posizioni sono state alleggerite se pur in modo selettivo). Infine, il giudizio sulle obbligazioni emergenti passa da neutrale a positivo: la debolezza delle ultime settimane ha aperto opportunità tattiche di investimento nei Paesi con i fondamentali migliori (condizione necessaria è però la stabilizzazione del dollaro). Per quanto riguarda le valute, a causa della divergenza nella crescita fra Usa ed Europa, ma anche della recente instabilità politica italiana, si è assistito ad un forte apprezzamento del dollaro nei confronti della moneta unica e di altre divise. Il giudizio sul biglietto verde viene mantenuto neutrale: il rialzo è stato significativo ma è lecito aspettarsi una stabilizzazione e riteniamo che il trend di medio-lungo periodo resti a favore dell’euro. View neutrale anche sulla sterlina e sullo yen.

Mercati azionari Europa: approccio cauto nel breve periodo

In generale le Borse europee nelle ultime settimane sono state penalizzate dall’instabilità italiana, dopo un trend positivo alimentato anche dall’indebolimento dell’euro nei confronti del dollaro, che ha favorito le società europee esportatrici. Tatticamente, pertanto, manteniamo una visione cauta, in attesa delle prime mosse del nuovo governo Conte, ma anche dell’evoluzione della politica protezionistica adottata da Trump. Forti turbolenze sono state registrate anche in alcuni Paesi Emergenti (Turchia, Brasile, Argentina e Russia): il mercato azionario europeo sembra non risentirne ancora, ma riteniamo di dover continuare a monitorarne gli sviluppi, con un focus particolare sulle società maggiormente esposte a tali mercati. Inoltre, va segnalato che i risultati relativi al I trimestre del 2018 hanno dimostrato lo stato di buona salute delle società europee: circa il 70% ha registrato una crescita degli utili per azioni pari al 10% circa.

In merito al posizionamento settoriale all’interno dei fondi ANIMA che puntano sulle Borse europee, la view resta positiva per i titoli del comparto Energy ed In- formation Technology, che hanno riportato una crescita degli utili annuale superiore al 20%. Riteniamo che le società energetiche possano essere favorite da un ribilanciamento della domanda ed offerta sul mercato del greggio e che lo spazio di ulteriore calo dei prezzi sia modesto.

 Italia: in attesa dei primi passi del governo Conte

Già durante il periodo elettorale si era ridotta l’esposizione al mercato italiano in considerazione di tre fattori: le buone performance ottenute nei primi mesi dell’anno; il livello delle valutazioni raggiunto e l’incertezza sulla formazione del governo. In altri termini, si era passati ad una posizione di relativo sottopeso sull’azionario Italia e in questa prima fase del nuovo governo Conte, crediamo che l’approccio migliore al mercato sia di non aumentare ancora l’esposizione sulle azioni italiane. Le aspettative di crescita per i prossimi mesi restano buone e anche gli ultimi dati relativi all’occupazione presentano un’intonazione più positiva, con una diminuzione del precariato (nei primi 3 mesi del 2018, rispetto ad un anno fa, l’Inps ha riscontrato un incremento del 5% per i contratti a tempo indeterminato e per l’Istat, ad aprile, il tasso di disoccupazione resta stabile a quota 11,2% mentre il tasso di occupazione si attesta al 58,4% e gli occupati sono 64mila in più).

Usa: si riaccende la questione “commerciale”

Anche il mercato azionario americano ha risentito della forte volatilità che ha colpito le Borse europee e del riaccendersi delle tensioni commerciali con l’applicazione dei dazi sull’acciaio e sull’alluminio in arrivo in Usa da Ue, Canada e Messico. I listini americani si sono però poi ripresi sulla scia dell’ultimo rapporto dell’occupazione per il mese di maggio: sono stati creati 223mila posti di lavoro (ne erano attesi 190mila) e il tasso di disoccupazione è sceso sui minimi dell’aprile 2000 a quota 3,8%. I salari orari sono saliti su base mensile dello 0,3% contro previsioni per un +0,2%.

Borse Emergenti: dollaro e protezionismo “osservati speciali”

Sui mercati azionari emergenti la dispersione fra le performance dei diversi Paesi è stata significativa. In particolare, il nervosismo sulla dinamica dei tassi di interesse americani e soprattutto la forza del dollaro hanno continuato a penalizzare i Paesi su cui la presenza degli investitori esteri è più significativa e gli squilibri strutturali più marcati (un forte disavanzo delle partite correnti/fiscale è presente solo in Turchia, Argentina e Sud Africa), e potrebbero costringere alcune banche centrali (Indonesia, Messico, Brasile) ad alzare i tassi o a congelare tagli programmati. Le valutazioni in generale si presentano ancora in linea con le medie storiche e non si sono generate particolari occasioni di acquisto. In prospettiva, restiamo ancora costruttivi ma monitorando bene i due elementi di “disturbo”, ovvero l’incertezza sul dollaro e la minaccia di una guerra commerciale. Sul fronte geopolitico chiaramente negativa l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo multilaterale per il congelamento del programma nucleare iraniano (se pur a sostegno del prezzo del petrolio).

Borse Asiatiche: incertezze per l’export nipponico

Il mercato azionario giapponese ha mostrato una certa volatilità, in parte per effetto delle difficoltà politiche incontrate dal primo ministro Shinzo Abe ma anche dell’annuncio americano dell’applicazione dei dazi. Altro elemento che non gioca a favore è l’apprezzamento dello yen, che penalizza le tante società quotate giapponesi focalizzate sull’export.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!