Crolla il Pil italiano, aumenta il debito pubblico

Il fabbisogno del settore statale, come comunica una nota del ministero dell’Economia, nei primi quattro mesi del 2009 è stato pari a 48.400 milioni di euro, dato nettamente superiore all’analogo del 2008 di 31.411 milioni. Questo dato sconta la concentrazione di interventi a sostegno dell’economica, rispetto all’anno precedente, quali l’erogazione del “bonus famiglia” e maggiori rimborsi fiscali da parte dei concessionari della riscossione, in gran parte dovuti a crediti d’imposta ultradecennali. Il riacquisto da parte degli enti previdenziali, come riporta il Tesoro, risulta appesantito per circa 1.700 milioni dall’operazione relativa al riacquisto da parte degli enti previdenziali degli immobili, nonché da un incremento dei prelievi dai conti della tesoreria statale da parte delle regioni.

La Commissione Europea ha rivisto ieri le stime del Prodotto Interno Lordo italiano, all’interno delle proprie previsioni di primavera: si parla di una drammatica flessione del 4,4%, ma che dovrebbe attestarsi attorno allo 0,1% nel 2010. Come riporta l’Amsa,  lo scorso gennaio l’esecutivo Ue aveva previsto un -2% nel 2009 e un +0,3% nel 2010. Le nuove stime di Bruxelles sono un po’ più pessimistiche di quelle del governo, che nella Relazione unificata ha indicato un -4,2% quest’anno e un +0,3% il prossimo.

Per quanto riguarda il deficit, invece, la Commissione Europea ha previsto un incremento dell’1,8% rispetto al 2008 e del 2% nel 2010, a politiche costanti.  Il debito pubblico, inoltre, crescerà anch’esso nei prossimi due anni, balzando dal 105,8% del 2008 al 113% quest’anno, con un ulteriore balzo sino al 116,1% nel 2010. In sostanza, il rapporto debito-Pil è previsto ritornare agli alti livelli record di fine anni ’90. Come si legge dal rapporto della Commissione: ”Il debito potrebbe aumentare ulteriormente di circa un punto in percentuale del Pil, in base alla portata del ricorso che le banche faranno al piano di ricapitalizzazione”.

Sul lavoro e l’occupazione, la Commissione si è espressa così: “Nonostante il peggioramento dell’attività economica, l’occupazione è aumentata nei primi 3 trimestri del 2008, soprattutto nel settore dei servizi. Ha iniziato a diminuire solo nell’ultimo trimestre. Il tasso di disoccupazione ha iniziato ad aumentare nel 2008 poiché le persone alla ricerca di un’occupazione, molte delle quali donne o immigrati appena registrati, sono state superiori alle nuove assunzioni. Il calo dell’occupazione previsto per il 2009 e il 2010 risulterà in un ulteriore aumento del tasso di disoccupazione”.

[p]Giulio Tremonti[/p], a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo e dell’Ecofin, in seguito alle critiche del segretario del PD Dario Franceschini, come riporta wallstreetitalia, ha dichiarato: “Tali dati sono buoni per l’Italia. Il governo ha fatto bene, se avesse fatto diversamente avrebbe causato più crisi. Se Franceschini, che ha girato la Ue con il treno, fosse venuto a Bruxelles, glielo avrebbero spiegato. Sempre parlando di treni bisogna immaginare un passaggio a livello, un’auto bloccata con su una famiglia, con il treno che arriva: Franceschini e Bersani tifano per il treno, noi tifiamo per la famiglia“. 
Il taglio della stima Ue è dovuto “al significativo impulso negativo” scaturito nel 2008. “Nel 2009 – spiega il rapporto di Bruxelles – il Pil italiano è previsto registrare la più forte caduta annuale da parecchi decenni. La previsione per la prima metà del 2009 è fortemente sfavorevole – si legge ancora nel rapporto – gli indicatori di breve termine indicano una protratta riduzione dell’attività economica. In particolare la produzione industriale si è contratta in modo netto nei primi due mesi e a marzo dovrebbe diminuire di nuovo”.

Tuttavia, vi sono anche dei segni di ripresa: “la fiducia dei consumatori è migliorata in aprile e gli incentivi per l’acquisto di automobili più efficienti dal punto di vista energetico stanno avendo un impatto positivo. Anche la fiducia delle imprese è in ripresa in aprile dopo il crollo di marzo”.

Anche [p]Joaquin Almunia[/p], commissario europeo agli Affari Economici e Monetari, ha sottolineato come: “Non siamo più in caduta libera, ma non si può ancora dire che stiamo uscendo dalla crisi perché siamo nel mezzo di una grave e profonda recessione”. Attualmente, però,  “l’economia europea è nel mezzo della recessione più profonda ed estesa dal dopoguerra”.

Per quanto concerne la zona euro, la Commissione di Bruxelles ha stimato che il Pil calerà del 4% e resterà sotto lo zero anche nel 2010 (-0,1%). Stesse stime per l’Ue a 27, come riporta l’Amsa. Nella zona euro il dato più pesante per il 2009 è quello dell’Irlanda (-9,0%), seguita da Germania (-5,4%), Finlandia (-4,7%), Italia (-4,4%). La Spagna, secondo Bruxelles, farà registrare un -3,2%, la Francia un -3,0%.

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