Il futuro dell’industria dell’asset management: l’outlook di Cfa Institute

A cura di Giancarlo Sandrin, CFA, Presidente CFA Society Italy
CFA Institute ha recentemente pubblicato un aggiornamento del report Future State of the Investment Profession, un paper che esamina il futuro dell’industria dell’asset management. Questo aggiornamento intitolato “Investment Firm of the future”, sviluppa il contesto in cui operano le organizzazioni nel nostro settore, esaminando nuovamente i prossimi 5-10 anni, con l’obiettivo di aiutare le imprese ad affrontare meglio differenti scenari, gestire i rischi e creare percorsi alternativi di sviluppo.
Il report si basa su una serie di sondaggi che sono stati effettuati tra i nostri soci a livello globale (CFA Institute conta oltre 150.000 professionisti del settore globalmente). Da questo report il primo punto di attenzione riguarda la convinzione da parte del 72% degli intervistati che il processo di consolidamento in atto continuerà a crescere. Al secondo posto, come punto di attenzione per il 55% degli intervistati, si posiziona il tema delle fee e la pressione generale sui costi che porterà il maggiore impatto nelle performance dell’industria. Da notare che questo aspetto non riguarda i soli operatori Europei, impattati da Mifid, ma è un tema globale dell’industria.
Date queste premesse si ritiene che l’industria potrà subire due trend di cambiamento.
Adattivo, in cui le società esistenti creeranno nuovi business model, si adatteranno alla rivoluzione in atto e limiteranno le opportunità di ingresso ai nuovi entranti.
Il secondo modello è un cambio dirompente, nel quale nuove organizzazioni con nuovi business model, spazzeranno via le organizzazioni esistenti.
 
Lo studio analizza quindi gli scenari di massima che influenzeranno questi cambiamenti e ne individua quattro come principali:

  • Fintech Disruption
    • Nuove tecnologie promuovono nuovi business model, che portano ad una profonda trasformazione del settore.

 

  • Parallel Worlds
    • Il modo di interfacciarsi con la società (e i clienti) varia sulla base geografica, generazionale e sulla base di gruppi sociali, con effetti sull’utilizzo e sulle preferenze riguardanti i servizi finanziari.

 

  • Lower for Longer
    • I tassi d’interesse rimangono bassi, la crescita risulta inferiore alle attese e l’instabilità politica aumenta.

 

  • Purposeful Capitalism
    • L’industria finanziaria diventa più professionale, etica e “client-centric”.

 
Questi scenari portano a loro volta ad un ripensamento dei modelli organizzativi dell’industria degli investimenti con impatti su differenti aree.
Vediamo quali.
 

  • Business Model
    • Margini e crescita risultano più impegnativi a causa della pressione sulle fee, a potenziali flussi di investimenti inferiori e ai clienti che si spostano verso prodotti con fee più basse.
    • Gli asset manager possono riconoscere e rispondere a questo scenario semplicemente accettando margini inferiori o, alternativamente, possono ridurre i costi e provare la via del consolidamento.
    • La regolamentazione rivestirà inoltre un ruolo sempre più importante e la differenziazione geografica della stessa creerà costi aggiuntivi.

 

  • Product e marketing innovation, e le capacità d’investimento continueranno ad essere fattori di successo. Allo stesso tempo le organizzazioni più grandi potranno sfruttare da un lato forti economie di scala e dall’altro potranno fare leva sul loro brand, che dovrà basarsi sull’etica, la comunicazione e la responsabilità fiduciaria. Al tempo stesso, grazie alla loro scala, potranno fare leva sulla propria tecnologia.
  • Un punto di forza per le altre società potrà essere quello di puntare su di un business model focalizzato su segmenti in crescita e are geografiche che potrebbero crescere maggiormente nel futuro.
  • Infine, la professionalità diventerà un fattore differenziante, sia internamente per i dipendenti, sia esternamente per i clienti, che daranno un peso maggiore a questo fattore. Qui vogliamo reiterare il mantra che mettere gli investitori al centro è un beneficio non solo per la società ma anche per il business stesso dell’azienda.

 

  • Operating Model
    • La tecnologia sino ad oggi è stata molto utile all’industria, ma non si è ancora rivelata (o nessuno è ancora riuscito a farla divenire) un game changer. Rimarrà comunque uno dei driver di crescita in particolare per quanto riguarda la gestione dei dati e degli analytics, sia per i processi d’investimento che per la gestione della relazione con il cliente. Su questo aspetto cresce la domanda di soluzioni e prodotti d’investimento che siano più user friendly per il clienti e che, al contempo, possano essere personalizzate ed evolvano al cambiare delle esigenze dell’investitore.
    • Sino ad oggi l’offerta di questi servizi è stata per lo più omogenea e non differenziata, in futuro la tecnologia potrebbe portare un cambiamento creando soluzioni più semplici, veloci e personalizzate.

 

  • People Model
    • La competizione per acquisire i migliori talenti continuerà, anche in virtù del fatto che sarà necessario avere minori risorse ma più efficienti a causa della pressione sui costi. Minori persone per ottenere di più, anche grazie alla tecnologia.
    • Verranno incoraggiate la creatività, la collaborazione e maggior peso verrà dato al riconoscimento degli obiettivi individuali.

 

  • Investment Model
    • Cresceranno i mandati con obiettivi di tipo outcome e le soluzioni rispetto ai mandati a benchmark, questo perché gli investitori guarderanno sempre più ai loro obiettivi, rispetto alle extra performance di un benchmark, gli asset manager si sono focalizzati troppo sull’alpha, che spesso è difficilmente sostenibile e difficilmente differenziabile

 

  • Distribution Model
    • Dovrà migliorare il modo in cui le società interagiscono con i clienti. I sistemi tecnologici attuali dovranno essere aggiornati e divenire sufficientemente agili per fornire soluzioni sofisticate ai clienti finali, ma che al contempo siano, per il cliente stesso, facilmente gestibili e comprensibili.
    • La comunicazione ad oggi risulta piuttosto blanda e indirizzata spesso in maniera errata. L’uso dei dati personali e della tecnologia consentirà di indirizzare al meglio il messaggio giusto al cliente giusto, creando anche una maggior empatia. L’utilizzo in questo ambito della tecnologia richiederà infrastrutture che consentano una comunicazione affidabile e sicura, il blockchain potrebbe venire in aiuto, nel contempo gli aspetti di cyber security diverranno sempre più importanti.

 
Il report integrale è disponibile sul sito www.cfasi.it

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