Syz Am: Focus sulle economie

A cura di Adrien PichoudChief Economist Portfolio Manager, Syz Asset Management
Economie avanzate. Nel generale indebolimento del dinamismo caratteristico di tutte le economie avanzate, gli Stati Uniti spiccano chiaramente come la sola grande economia che mantiene una dinamica di crescita positiva, indicata dal sentiment dei consumatori e delle imprese continuamente elevato e da ottimi dati sull’attività. L’impatto della riforma
fiscale certamente ha contribuito a stimolare la fiducia ed effettivamente è un sostegno concreto alla spesa negli investimenti delle imprese, anche se tale impatto dovrebbe gradualmente affievolirsi nella parte successiva di quest’anno. Sebbene questo contesto economico positivo ancora non si sia tradotto nell’attesa accelerazione degli aumenti dei salari e dei prezzi, vi è un margine sufficiente affinché la Fed mantenga il suo percorso di normalizzazione della politica monetaria, con un rialzo dei tassi di 25 pb per trimestre.

Con questo ritmo, il sostegno della politica monetaria sarà eliminato entro gli inizi del 2019. L’eurozona sta ancora registrando un certo grado di rallentamento economico  dopo gli ottimi livelli raggiunti nel 2017. La forza dell’euro probabilmente ha pesato  sull’attività e sul sentiment nelle economie esportatrici, soprattutto sulla Germania.  L’incertezza creata dalla minaccia degli Stati Uniti di dazi alle importazioni potrebbe anche aver ulteriormente indebolito il sentiment nei settori sensibili al commercio.
Tuttavia, anche dopo questo rallentamento, l’espansione economica rimane positiva e addirittura superiore al tasso di crescita potenziale dell’eurozona. In questo contesto, la Spagna continua ad emergere come il sistema economico con la crescita più rapida tra gli altri membri più importanti dell’unione monetaria. Anche il Regno Unito registra un certo grado di debolezza nella crescita, con il rafforzamento della Sterlina britannica e la fiacca domanda interna. Le incertezze sulla situazione post-Brexit continuano a offuscare le previsioni. La forza della valuta è stato anche un fattore negativo anche per l’economia giapponese, che attualmente attraversa una fase di indebolimento della crescita. Al  contrario, il deprezzamento del franco svizzero ha aiutato l’economia svizzera a resistere al rallentamento del suo principale partner commerciale.
Economie emergenti. Come accade molto spesso, le economie emergenti attualmente sembrano suddivise in due categorie: quelle che non si basano o sul finanziamento esterno e le altre. Per le prime, tra cui l’Asia orientale in generale e la Russia, il proseguimento della crescita economica globale fornisce un quadro sufficientemente stabile per poter sostenere le impennate della forza del dollaro statunitense e l’incertezza sui dazi al commercio, almeno per un certo periodo. Per le altre, il rafforzamento del biglietto verde produce effetti immediati che vanno dai flussi di capitali al deprezzamento della valuta, con le spinte inflazionistiche associate e quindi con una tendenza restrittiva nella politica monetaria.
Per i Paesi membri della seconda categoria che sono anche importatori di petrolio, il contesto diventa molto difficile, come già osservato per l’Argentina o la Turchia. In effetti, la Turchia è alle prese con una situazione delicata, contraddistinta da una crescita in rallentamento, un’inflazione costantemente elevata, squilibri esterni in peggioramento e incertezze a livello geopolitico e nazionale. Non sorprende quindi che ad aprile la lira turca abbia toccato nuovi minimi, che alla fine hanno costretto la banca centrale a  rialzare i tassi aggressivamente a danno della domanda interna. È un problema molto “classico” dei mercati emergenti, ma vi è anche il rischio che un numero sempre maggiore di economie tra di essi si ritrovino in situazioni analoghe nei prossimi mesi se continua ad esistere l’effetto combinato di un dollaro statunitense forte, dei tassi di interesse in aumento e dei prezzi petroliferi in rialzo.

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