Gli obiettivi dei Paesi Opec

A cura di Jon Andersson, Head of Commodities di Vontobel Asset Management
La riunione dell’OPEC si svolge oggi. Si tratta di un incontro interessante perché sembra che sarà molto controverso in quanto alcuni membri vogliono mantenere prezzi elevati e bassa produzione, mentre altri stanno spingendo per un aumento della produzione per soddisfare la domanda globale.

 
L’obiettivo dei diversi partecipanti
  • L’Arabia Saudita vuole che l’OPEC+ (OPEC e Russia) aumenti la produzione per compiacere gli Stati Uniti. In altre parole, vogliono mostrare un numero di titoli “ribassista” per dimostrare agli Stati Uniti che stanno ascoltando e facendo la loro parte nell’equilibrare il mercato.
  • La Russia vuole che l’OPEC+ aumenti la produzione perché, insieme all’Arabia Saudita, è l’unica in grado di aumentarla in modo significativo a breve e medio termine. Inoltre non saranno in grado di aumentare la produzione durante l’inverno, quindi sono fortemente a favore di una decisione di aumentare ora piuttosto che alla fine di quest’anno.
  • L’Iran non vuole che l’OPEC+ aumenti la produzione perché sarà costretta a ridurla a causa delle sanzioni statunitensi. Perdita attesa corrente intorno a 1mbd.
  • Tutti gli altri partecipanti OPEC e non OPEC giocheranno insieme.

Gli scenari principali:

  • Se l’OPEC aumenta, acquistare 0,5-1mbd che compenserà la perdita attesa dall’Iran nell’H2.
  • Uno scenario possibile (ma improbabile) è che l’Iran ponga il veto su un aumento della produzione e che l’OPEC decida di rinviare la decisione alla prossima riunione dell’OPEC di settembre.

Prospettive di domanda e offerta nella seconda metà del 2018:

  • Si prevede una perdita di produzione a causa delle sanzioni contro l’Iran di circa 1 mbd.
  • La domanda mondiale di greggio è significativamente più forte nella seconda metà dell’anno rispetto alla prima a causa del ritorno dalla manutenzione delle raffinerie e dall’inizio della driving season, ecc.
  • Si prevede che la produzione di scisti americani, in particolare di scisti permiani, aumenterà molto più lentamente nella seconda metà del 2018 a causa dei vincoli imposti dai gasdotti.
Conclusione
 
Tutto sommato vediamo un rischio ribassista che potrebbe portare i prezzi del Brent a 70 dollari. A causa delle prospettive (molto) favorevoli di domanda e offerta nella seconda metà del 2018 (anche se viene riportato 1mbd), ci aspettiamo che i premi fisici e la curva a termine mostrino una rinnovata forza. Cioè anche in uno scenario ribassista crediamo che i 70 dollari offrirebbero un’opportunità di acquisto attraente.

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