L’high yield scandinavo offre buoni premi di liquidità

“I mercati emergenti offrono interessanti opportunità sia sul fronte del debito estero che su quello del debito in valuta locale, in particolare nel segmento a breve delle curve. In particolare, trovo molte idee interessanti sul mercato high yield scandinavo, che offre premi di liquidità adeguati e non distorti come in Europa e negli Stati Uniti”. È l’analisi di Fabrizio Biondo, portfolio manager del fondo Lemanik Active Short Term Credit.
L’economia globale sta dando segnali di rallentamento, in particolare l’economia americana, le cui dinamiche di credito privato appaiono insostenibili. Di conseguenza, rendimenti tra il 3% e il 3,5% negli Stati Uniti appaiono attraenti, anche in vista del forte appiattimento della curva. Al contrario, le obbligazioni societarie dei paesi sviluppati non offrono in generale un punto d’entrata allettante, avendo registrato solo un modesto aggiustamento delle valutazioni che in ottica storica non appare di grande significatività. Per effetto del regime di bassa volatilità azionaria ed obbligazionaria, politiche macro-economiche compiacenti, dinamiche fallimentari fisiologiche, il comparto societario a medio-lungo termine dei paesi sviluppati resta in un territorio di sostanziale sopravvalutazione, almeno a livello di rendimenti complessivi.
“Mentre i recenti ribassi hanno creato valore in alcune nicchie del mercato emergente, sia sovrano sia corporate, il mercato high yield americano è il meno interessante, essendo molto più avanti di quello europeo nel ciclo e quindi più esposto sul fronte dei rischi di credito”, spiega Biondo. “Il mercato corporate investment grade europeo ha invece registrato un significativo aumento dello spread medio ponderato, ma il suo rendimento complessivo resta vicino all’1%, dunque poco appetibile. Al contrario il mercato investment grade americano con un rating equivalente a quello europeo (A3) ha un rendimento interessante (>4%) per chi è intenzionato a prendere il rischio cambio”.

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