Bce, tassi all'1%

La Bce ha ridotto il costo del denaro portandolo all’1%, nella riunione tenutasi ieri a Francoforte. Il tasso sulle operazioni di rifinanziamento è sceso anch’esso all’1.75% mentre non è stato toccato il tasso che la Bce pratica sui depositi che detiene per conto delle Banche  Commerciali e che è già allo 0.25%.
Trichet ha affermato poi che i tassi sono appropriati anche se ha lasciato intendere che questi livelli potrebbero non essere i minimi assoluti. Per quanto riguarda le manovre di quantitative easing la Bce si è detta pronta ad acquistare obbligazioni per supportare il mercato domestico per un ammontare pari a circa 60 miliardi di Euro. Le manovre, eccetto quest’ultima, erano sostanzialmente attese e il mercato, dopo un primo scossone legato a nostro avviso alla non comprensione piena della manovra, si è riaggiustato ed è ritornato sostanzialmente nel trend che si era visto in mattinata.
In sostanza nel breve si è visto un Eurusd scendere sui minimi di giornata dopo le prime parole del Governatore della Bce per poi schizzare sui massimi con 200 punti di movimento in pochi minuti.


                                                            Eurusd 10 minuti

Il grafico evidenzia la price action e la volatilità vissuta sulla dichiarazione della Bce, per poi tornare ampiamente e con assai meno erraticità, all’interno dell’ormai arcinoto trading range che stiamo vivendo.

L’altra notizia rilevante è stata la pubblicazione dello stress test delle banche, per le quali sembra che occorrano 74.6 miliardi di dollari di ricapitalizzazioni per 10 Istituti su 19 e solo una avrebbe bisogno di circa 34 miliardi di dollari. Secondo Bernanke una notizia che riassicurerà gli investitori che il peggio ormai è probabilmente alle spalle. A questo punto ci si deve concentrare sui dati del mercato del lavoro che hanno visto l’Adp uscire migliore delle attese e che invece oggi mostreranno quello relativo ai payrolls (ore 14.30), il cui consensus viaggia intorno a -550 mila unità di disoccupati del settore non agricolo e una percentuale nazionale intorno all’8.9%.
Anche la Bank of England ieri ha incrementato la dimensione del programma Asset Purchase Facility (APF) per altri 50 miliardi di sterline, cioè in sostanza ha deciso di utilizzare, o stampare altri 50 miliardi nell’acquisto di asset tossici degli Istituti coinvolti nella crisi. Per quel che riguarda i tassi invece, sono rimasti invariati. La valuta britannica ha corretto dopo i recenti guadagni ma resta sostanzialmente in tono rialzista contro le principali valute.
Nel giro di qualche mese poi risentiremo parlare di inflazione, oggi sembra un tema non scottante, ma tutte queste iniezioni di liquidità prima o poi faranno sentire i loro effetti. Prepariamoci ad un riallarga mento della forbice dei tassi nel medio termine, con conseguenze significative sui movimenti valutari.

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