La creazione di valore nel venture capital

A cura di Giuseppe Donvito, Partner P101
La creazione di valore in un’asset class come il VC diventa sempre più essenziale vista la maturazione a cui è arrivato il sistema italiano. Nel nostro Paese, secondo uno studio di PwC dedicato all’impatto economico del private equity e del venture capital, le aziende che hanno nel loro azionariato fondi di VC hanno visto l’occupazione accelerare del 5,2%, contro il calo dello 0,3% registrato dall’Italia tra il 2004 e il 2014. Nello stesso decennio le aziende partecipate da VC hanno inoltre registrato ricavi molto superiori al benchmark (+6,8%).
Numeri che suggeriscono che la creazione di valore non è un concetto esoterico: al contrario, rimanda a nozioni finanziarie classiche per essere infine cristallizzata nell’exit. Tenendo questo concetto generale come punto fermo, ci sono diversi modi in cui il venture capital genera valore per gli investitori e per le aziende.
Innanzitutto, il VC risolve il classico problema di asimmetria informativa. Perché prima di puntare su un’azienda, i fondi di venture capital, grazie alle profonde competenze verticali, eseguono due diligence molto approfondite atte a rivelare o meno la bontà del business.  La bravura del VC (e conseguentemente la generazione di valore per i propri investitori) sta nell’identificare potenziali “informazioni” nascoste nella start-up (upside) che possono o meno essere alla base di un investimento di successo.
E’ anche per questi motivi che a volte è accettabile per l’investitore assumersi un rischio maggiore, ovviamente correlato (per le analisi sopra indicate) ad un maggior rendimento atteso.
Il mercato in generale non possiede infatti la capacità di analizzare in dettaglio una start-up né di monitorare e controllare il management allo stesso livello di un VC. Questo offre ai fondi VC un vantaggio competitivo sugli altri potenziali investitori: perché possono investire in un asset rischioso in mercati particolarmente incerti, in quanto sono in grado di selezionare le migliori storie e di monitorarle e promuoverne lo sviluppo in maniera efficace.
Per le ragioni sopra elencate, i VC possono essere visti come “talent scout”. D’altro canto svolgono un ruolo altrettanto dirimente come “coach”. Perché le loro capacità risiedono non solo nella selezione (scouting) di buoni investimenti ma anche nel far crescere (coaching) nuove imprese.
E dunque, le skill del VC non sono a uso e consumo del solo investitore, ma sono funzionali anche alle aziende investite. Secondo uno studio del Mit, firmato nel 2006 da Paul Gompers, che ha intervistato imprenditori di società supportate dal VC tra il 1986 e il 2000 negli Usa, questo supporto da parte dei migliori VC (quelli con più esperienza della media) incrementa le possibilità di successo delle aziende oltre che creare i presupposti affinché il founder diventi  imprenditore seriale.
In che modo il VC fa da coach alle aziende in cui investe? Per esempio:

  • Innanzitutto agisce da investitore pro-attivo e non invasivo
  • Già nel processo di screening pre-investimento e di due diligence, il VC identifica cosa può aggiungere valore al business identificando, fra gli altri, le innovazioni e la loro probabilità di avere successo sul mercato.
  • Ancora, ha un ruolo fondamentale nel contribuire all’organizzazione interna dell’azienda, dal punto di vista delle risorse umane e di processi. Le aziende VC-backed si professionalizzano più rapidamente e in maniera più efficace, sia a livello di top che middle management.

In particolare se guardiamo alle metodologie che utilizza P101, la creazione di valore passa da un approccio hands-on, molto pragmatico. P101 contribuisce alla strutturazione di tutti i processi interni, operativi, finanziari, di bilancio, fiscali e legali; opera una consulenza strategica a livello di board; ricerca potenziali clienti e partnership con la propria rete e contribuisce allo sviluppo di accordi commerciali strategici con partner chiave. Ancora, offre supporto in caso di operazioni di M&A o exit; progetta round di finanziamento; aiuta nel recruiting di dipendenti, consulenti e specialisti.
Questa capacità di creazione di valore su un orizzonte temporale medio-lungo determina anche una delle caratteristiche più interessanti dell’asset class Venture Capital, ossia la decorrelazione rispetto ad asset class più tradizionali come equity o bond, rendendola quindi indispensabile in una corretta strategia di portafoglio.

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