Italia, incertezza estiva

A cura di Alessandro Tentori, Chief Investment Officer di AXA Investment Managers Italia
Continua il periodo di incertezza sui mercati Italiani, nonostante una stabilizzazione dei fondamentali economici dopo un rallentamento nella prima metà dell’anno. Facciamo il punto della situazione prima della “pausa estiva”.
Il sentiment generale sui mercati Italiani è peggiorato sensibilmente nel secondo trimestre a seguito di un marcato – e per certi versi inaspettato – aumento del rischio paese, nonché di una correzione degli indicatori economici anticipatori. Per esempio, il PMI è sceso da 59 a Gennaio a 53 a Maggio, attestandosi pur sempre intorno alle medie storiche di lungo periodo.
Il quadro congiunturale del paese si colloca comunque in una economia globale solida, che nonostante i diversi focolai di rischio (e.g. dazi, inflazione ecc) è prevista in crescita del 3.9% durante il 2018. Prevale una grande incertezza sia sulla durata effettiva di un ciclo congiunturale che negli Stati Uniti appare maturo, come anche sulla sostenibilità della crescita dell’Eurozona in uno scenario di rallentamento globale.
Per gli investitori – esteri e domestici – la domanda principale riguarda l’implementazione di misure di bilancio che potrebbero al limite gravare sulla traiettoria “virtuosa” richiesta dai partner Europei dell’Italia. In questo senso, l’interesse per il budget 2019 è molto alto e contribuisce a sostenere la volatilità finanziaria, importante parametro di valutazione relativa della classi di attivo. Se per il momento il rischio paese non traspare ancora nelle decisioni e nei piani di investimento delle aziende, è anche vero che il prolungarsi di questa fase di incertezza potrebbe recare danno agli aggregati economici, rallentando cosi oltre le attese la crescita nel 2019.
Nelle nostre previsioni abbiamo una crescita del Pil Italiano leggermente sopra il consenso degli analisti, sia per quest’anno (1.5%) che per il 2019 (1.4%). Nel medio/lungo periodo dominano invece le solite tematiche inerenti alla sostenibilità fiscale e alla competitività internazionale dell’export. Va necessariamente fatto notare che queste importanti tematiche non sono una peculiarità dell’economia Italiana, ma sono piuttosto condivise da diversi paesi membri dell’Unione.

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