Gli Usa hanno in serbo una frenata?

A cura di Morningstar
Il mercato Usa tiene. Ma, dicono da Morningstar Investment Management (MIM), l’inciampo potrebbe essere dietro l’angolo. L’indice Morningstar a Wall Street nell’ultimo mese ha guadagnato lo 0,52% (in euro), portando a +7,8% la performance da inizio anno.
Indice Morningstar US Market
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Se si guardano le categorie Morningstar dedicate ai fondi che investono in Usa si nota che fra i segmenti large cap, quello Blend ha segnato -0,06%, quello Growth +0,53% e quello Value -0,34%. L’universo mid cap ha registrato +0,49%, mentre quello Small +1,43%. “Un sentiment positivo continua a circondare gli Usa. Non si parla d’altro che di crescita, del boom della tecnologia e di tagli alle tasse delle aziende”, spiega Dan Kemp, responsabile degli investimenti Emea di MIM. “Tutto questo non fa altro che alimentare la nostra prudenza sull’azionario Usa, sia per quanto riguarda le valutazioni sia per i rendimenti attesi. Anche perché tutte le buone notizie, ormai, sono pienamente incorporate nei prezzi di Borsa”.
In questo quadro ci sono delle eccezioni che potrebbero dare qualche soddisfazione agli investitori a caccia di titoli con un po’ di sconto. Ad esempio i consumer defensive (leggi qui). Oppure l’healthcare. “Qui si trovano valutazioni interessanti create dalle incertezze su come l’amministrazione Trump cambierà la riforma sanitaria Obama e la politica dei prezzi delle aziende farmaceutiche”, dice Kemp.
Fra i growth corre un Silver
Restando nel segmento growth, quello dove si inquadrano i titoli healthcare, ma spostandosi sui fondi, lo strumento che nel mese si è comportato meglio (+5%) è una strategia con rating Silver: Legg Mason CB US Agrsv Gr E USD Acc. “Il manager cerca società dinamiche con alti tassi di crescita che ritiene sostenibili nel corso degli anni” spiega Lena Tsymbaluk, fund analyst di Morningstar in un report del 13 aprile 2018. “La strategia è di lungo periodo e si basa sull’idea che il manager sia il proprietario di un pezzo delle aziende che mette in porafoglio. Il focus di lungo termine porta a un basso turnover. In genere cerca di evitare di acquistare azioni che abbiano un rapporto price/earning superiore a 1,5. Non viene prestata attenzione ai pesi espressi nell’indice Russell 3000 Growth. Questo, unito a un approccio puramente bottom up, porta a esposizioni settoriali che possono essere molto diverse non solo da quelle del benchmark, ma anche rispetto ai concorrenti. In portafoglio, ad esempio, è difficile trovare nomi famosi come Apple, Alphabet e Amazon”.

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