Low cost, nuova parole d’ordine dell’industria dell’asset management

A cura di Morningstar

Vanguard, la più grande società di investimento al mondo per patrimonio gestito, ha recentemente annunciato che, a partire da agosto, eliminerà le commissioni di negoziazione di tutti i suoi Exchange traded fund (Etf) scambiati sulla piattaforma online proprietaria. Sono esclusi quelli a leva e short. È la prima casa a intraprendere un’iniziativa simile sull’intera gamma e non solamente su una parte di essa. Si tratta dell’ultimo atto, in ordine di tempo, di una storia fatta di decisioni che hanno cambiato l’industria globale del risparmio sin dagli anni Settanta: nel 1975 ha lanciato il primo fondo indicizzato e nel 1977 ha abbracciato la strategia no-load (nessuna commissione di sottoscrizione) per la distribuzione dei suoi prodotti.

Per Alec Lucas, senior manager research analyst di Morningstar, Vanguard (che recentemente ha nominato un responsabile per lo sviluppo sul mercato italiano, Simone Rosti, Ndr), non è solo un “fuoriclasse”, ma anche una “presenza dirompente nell’industria del gestito”, che continuerà a produrre un processo di cambiamento e dovrà sempre più affrontare le risposte degli altri leader mondiali del settore, come BlackRock e Fidelity, che non sono disposti a farsi strappare quote di mercato.

Nella cosiddetta Vanguard rule, gli analisti di Morningstar identificano due elementi di successo, la struttura societaria (i suoi fondi sono i proprietari dell’azienda) e l’approccio low cost (far pagare agli investitori solo quello che serve per coprire i costi operativi).

Quest’ultimo è forse l’aspetto più dirompente nell’industria, anche in Europa, dove l’attenzione verso i costi dei fondi è in crescita. Le autorità di vigilanza hanno messo sotto osservazione da tempo i closet tracker, strumenti che si fanno pagare come se fossero attivi, in realtà seguono senza troppi scostamenti l’indice di riferimento. In alcuni casi, si è arrivati a comminare sanzioni e a proporre nuove regole; tuttavia da più parti si chiedono interventi più incisivi sul fenomeno.

Dal canto suo, la direttiva comunitaria Mifid II ha introdotto requisiti di maggior trasparenza sulle diverse voci di costo, con l’obiettivo di aiutare gli investitori a capire “quanto pagano e per cosa”, ma questi ultimi davvero prestano attenzione alle commissioni? E per quale motivo sarebbe importante che lo facessero? Nei prossimi articolo Morningstar cercherà di rispondere a queste e altre domande sul low cost investing e analizzerà i trend del mercato e dell’industria europea.

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