Dollaro in declino, quali i target?

Nel mercato dei cambi sembra iniziata una fase di indebolimento strutturale del dollaro, che coincide con un rialzo di tutte quelle valute che, durante la crisi esplosa ad Ottobre, sono state considerate valute “finanziarie” al cospetto di dollaro Yen e Franco Svizzero, definite invece “valute rifugio”.
Eurusd ha ripreso a correre, consolidando ogni giorno su minimi e massimi sempre superiori, così come Audusd, anticipatore nelle ultime settimane di questo ribasso del biglietto verde. Ma quali sono le ragioni di questa caduta e quali sono gli obiettivi di breve e medio termine?
Ebbene, qualcuno ipotizza il possibile downgrade del rating (ora tripla A) relativo agli States se non verranno prese e adottate misure urgenti, così come altri analisti indicano nell’enorme esposizione di dollari da parte di alcune Banche Centrali la causa vera di questa discesa. L’opposizione in Giappone ha affermato che nel caso vincesse le elezioni non comprerebbe più titoli di Stato Usa, alimentando la spirale negativa e la ridda di voci che si accavallano su questo tema, tema che peraltro era ben noto anche qualche tempo orsono ma nessuno ci faceva caso. Molti analisti invece attribuiscono la discesa del dollaro alla correlazione con inversa con i mercati azionari e con il fatto che molti fondi di investimento nelle ultime settimane avrebbero trasformato la liquidità in investimenti in equities alimentando la ripresa di Wall Street e Borse mondiali, e producendo per converso una discesa del biglietto verde che secondo alcuni era scontata.

Il quadro tecnico appare assai interessante con il movimento della moneta unica che sta per raggiungere dei livelli che sono interessanti. Se infatti si osserva il grafico si noteranno una serie di resistenza date da massimi e minimi precedenti di livello realmente cruciale e quest’area è quella compresa tra 1.3740 e 1.3820 livelli raggiunti rispettivamente a metà marzo e a Dicembre 2008.
Quest’area sarà un’area di target per la moneta unica e di esaurimento della debolezza per il biglietto verde e da quest’area ci aspetteremo delle correzioni significative, anche in area 1.3200. Stresso discorso vale per AudUsd che sembra la fotocopia di EurUsd con i livelli sopra 0.7800 e fino a 0.7900 ad essere considerati fascia di resistenza estremamente importante.
E’ chiaro che una violazione su base giornaliera di queste aree aprirebbe scenari di indebolimento ulteriore della divisa americana anche fino a 0.8500 mentre per l’EurUsd i target diverrebbero 1.4400 e 1.4799 massimi del Dicembre scorso.

Il mercato quindi, nel bene e nel male, resta dollarocentrico, nonostante le dichiarazioni e le minacce velate di questo o quel paese, e il senso di ciò è che i movimenti valutari hanno sempre o quasi come riferimento il biglietto verde, mentre le altre valute spesso, troppo spesso, giocano un ruolo di comparsa che è forse una delle cause dell’alta volatilità dei mercati.
Per quel che riguarda il vecchio continente però si intravede qualche timido segnale di stabilizzazione della crisi così come in Giappone, anche se è assolutamente prematuro parlare di ripresa.

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