Azioni, neutrali su Usa ed Eurozona. Emergente preferito: Cina

A cura di Ubs
Stati Uniti. Negli ultimi mesi i mercati sono stati condizionati da un lato dalla robusta crescita degli utili aziendali (che per quest’anno ci attendiamo pari al 19%) e dall’altro dai timori di incremento dell’inflazione, rialzo dei tassi d’interesse e tensioni commerciali. Crediamo che alla  fne queste preoccupazioni rientreranno. L’inflazione sta aumentando, ma è improbabile che nei prossimi trimestri superi di molto l’obiettivo della Fed, e quindi la stretta monetaria procederà a ritmo graduale. In base ai precedenti storici, i mercati azionari non tendono a risentire in modo particolare di una risalita dei tassi d’interesse da livelli molto bassi e fnora l’aumento dei tassi non sembra aver frenato l’attività economica. Con ogni probabilità i timori legati agli attriti commerciali proseguiranno, ma è molto diffcile che si arrivi a uno scontro in grado di far deragliare la crescita globale. Rimaniamo in sovrappeso sulle azioni globali (incluse quelle statunitensi).
Eurozona. Siamo neutrali sull’azionario dell’eurozona. L’attività economica nella regione è rallentata ulteriormente, ma si mantiene solida. In questo contesto, la BCE ha annunciato che il suo programma di acquisto titoli terminerà a dicembre, ma non ha fornito indicazioni circa la possibile conclusione della sua politica di tassi d’interesse negativi. Il conseguente indebolimento dell’euro ha in parte sostenuto le azioni. Non mancano però alcuni fattori negativi, come la decelerazione dell’economia della regione, le incognite legate alle tensioni commerciali tra UE e Stati Uniti e le incertezze sul fronte politico interno. I nostri settori preferiti sono energia, industriali e beni di consumo discrezionale.
Emergenti. Adottiamo una posizione neutrale sulle azioni emergenti nel nostro portafoglio globale, chiudendone il sovrappeso rispetto a quelle australiane. Le crescenti tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, l’aumento dei rendimenti dei Treasury e la forza dell’USD frenano le prospettive di breve termine. Dopo il recente deterioramento degli indicatori macro ad alta frequenza (rallentamento della crescita, aumento dell’inflazione), la dinamica negativa degli utili dovrebbe accelerare, con conseguenti rischi di revisione al ribasso delle stime di consenso degli utili del 13,5% nei prossimi 12 mesi. Le azioni emergenti sforano un P/E basato sugli utili passati a 12 mesi di 13x, che rappresenta un premio del 5% rispetto alla media a 10 anni, ma uno sconto del 25% circa rispetto alle azioni dei mercati sviluppati. La Cina rimane il nostro unico mercato preferito, in quanto abbiamo recentemente ridotto a neutralità Brasile e Sudafrica alla luce del notevole rischio di ribasso degli utili; Taiwan è il nostro mercato meno preferito.  Rimaniamo neutrali su Messico, Russia e Turchia.

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