Aim Italia, significativa crescita per le società quotate nel 2018 e Ipo raddoppiate

IR Top Consulting, Partner Equity Markets di Borsa Italiana – LSE Group, leader in Italia nella consulenza direzionale per i Capital Markets (quotazione in Borsa e Corporate Finance) e le Investor Relations, ha presentato oggi i risultati dell’OSSERVATORIO AIM ITALIA elaborato dall’Ufficio Studi interno.

“AIM Italia è un mercato per la crescita delle PMI” – ha affermato Anna Lambiase, Fondatore e CEO di IR Top Consulting – “Conta oggi 108 società quotate per un totale di 4 miliardi raccolti complessivamente, una capitalizzazione di circa 8 miliardi di euro: i fondamentali 2017 registrano ricavi in crescita del +11% ed EBITDA +28%. Oggi l’identikit della PMI quotata presenta ricavi medi di 43 milioni di euro e un EBITDA margin del 13%. Quotarsi su AIM è una opzione che vale considerare per le società con una dimensione appropriata che intendono investire nella propria ulteriore crescita. Dall’introduzione dei PIR il mercato ha registrato performance positive sia in termini di indice FTSE AIM Italia, +25% da gennaio 2017, che di liquidità dei titoli, con un controvalore totale scambiato pari a 895 milioni di euro (295 milioni nel 2016). Tale sviluppo ha contribuito ad attrarre un numero importante di investitori istituzionali, che a luglio 2018 si attestano a 102 (di cui il 76% esteri) per un investimento complessivo di 720 milioni di euro. L’elevato numero di nuove quotazioni nei primi sei mesi del 2018, 16 IPO contro 7 dell’anno passato, sono un segnale di quanto le misure legislative adottate abbiano iniziato a portare risultati tangibili per le PMI che vogliono sfruttare le potenzialità del mercato dei capitali per accelerare il proprio percorso di crescita senza perdere il controllo dell’azienda e a costi IPO dimezzati”.

“Il numero complessivo delle imprese in Italia è di gran lunga maggiore che in qualsiasi altro Paese europeo, mentre il numero di imprese quotate è in proporzione e in valore assoluto di gran lunga minore che in qualsiasi Paese europeo, ha dichiarato Antonello Lapalorcia, Dirigente MISE. “Questo dato motiva l’esigenza del nuovo strumento agevolativo, il credito d’imposta per le imprese che decidono di quotarsi, che rappresenta dal mio punto di vista una novità epocale e una scommessa. Non bisogna illudersi che sia sufficiente a risolvere il problema, ma rappresenta un progetto pilota, mai provato prima, che consentirà di capire se andiamo nella giusta direzione. Dobbiamo tutti impegnarci per farne un successo e porre le premesse perché il legislatore ne valuti l’estensione temporale”.

Barbara Lunghi – Head of Primary Markets Borsa Italiana LSEG ha affermato: “Siamo molto soddisfatti dell’andamento del mercato AIM Italia che sta vivendo un momento di crescita importante e si sta consolidando come canale privilegiato per la raccolta dei capitali di PMI dinamiche e con importanti ambizioni di crescita. Il listino delle PMI in questi mesi ha registrato un record di quotazioni e di raccolta di capitali e ci aspettiamo che un numero crescente di società possa cogliere questa opportunità, avvalendosi in molti casi dei benefici fiscali previsti a copertura parziale dei costi di quotazione. L’accreditamento di AIM Italia nel novero dei Growth Markets europei, le modifiche introdotte alle regole del mercato da inizio 2018, volte ad aumentarne la trasparenza, il crescente interesse da parte degli investitori e l’irrobustimento della comunità di consulenti esperti in quotazione di PMI sono le necessarie premesse per proiettare il mercato verso una nuova fase di crescita”.

Francesca Brunori – Direttore Area Credito e Finanza di Confindustria ha dichiarato: “La scelta di quotarsi rappresenta per le imprese, in particolare per le PMI, una formidabile opportunità per consolidare e ampliare percorsi di crescita, innovazione e internazionalizzazione. La liquidità che arriva dai PIR e il recente incentivo per le PMI che si quotano creano uno scenario di estremo favore per le imprese interessate a compiere tale passo. Ma per arrivare a questo traguardo è necessario, prima di tutto, un cambio di mentalità, un salto culturale. Occorre rafforzare la governance, dotarsi di nuovi modelli organizzativi e di nuove capacità di comunicare con il mercato. Confindustria è da tempo impegnata, anche attraverso il programma Elite di Borsa Italiana, nel sostenere le imprese lungo questo percorso, per consentire loro di cogliere le opportunità che la finanza alternativa offre”.

Francesco Carpano – già Tavolo Finanza per la Crescita Presidenza del Consiglio dei Ministri: “La qualità della crescita del paese passa da aziende come le quotate AIM. La convinzione degli ultimi 20 anni di poter crescere mantenendo nanismo industriale e bancocentrismo si è rivelata sbagliata: il nostro PIL è aumentato di un terzo rispetto a quello dei principali paesi europei, evidenziando dal 2008 tutti i limiti di quel modello. L’edizione 2018 dell’Osservatorio AIM di IR Top Consulting ci conferma invece come le PMI quotate che vincono la sfida della governance e della trasparenza sono aziende che crescono dimensionalmente, che innovano e che migliorano la propria solidità finanziaria rispetto alle non quotate. E’ con imprese come queste che sempre di più deve basarsi il riscatto economico nazionale, consapevoli del fatto che il ridimensionamento del canale bancario e la crescita della competizione globale saranno fattori sempre più strutturali”.

Nel corso della tavola rotonda dedicata a investitori e aziende AIM sono intervenuti i gestori A. Buragina (Mediolanum Gestione Fondi Sgr), M. Castagnola (GENERALI Investments), L. Glarey (AZIMUT Libera Impresa SGR) e le società quotate TPS (A. Rosso), Kolinpharma (R.P. Petrelli), ICF Group (S. Lustig).

Un anno sul mercato AIM ITALIA

Al 25 luglio 2018 AIM Italia conta 108 società quotate (83 a luglio 2017). La crescita include:

31 nuove IPO – circa 2,3 miliardi di euro di capitali raccolti (equity)

  • 16 nel I semestre 2018 (1,2 miliardi di euro) Intred, Portobello, Monnalisa, Askoll EVA, Esautomotion, Longino&Cardenal, Grifal, Archimede, Somec, Gabelli Value for Italy, Fervi, Kolinpharma, Life Care Capital, Vei 1, ALP.I, Spaxs.
  • 15 nel II semestre 2017 (1,1 miliardi di euro) Illa, Gel, DBA Group, IDeaMI, Alkemy, Equita Group, Portale Sardegna, Industrial Stars of Italy 3, Spactiv, Neodecortech, EPS Equita PEP, Capital For Progress 2, Alfio Bardolla TG, Sprintitaly, Glenalta.

4 Ammissioni

  • 3 nel I semestre 2018: di cui 2 Business Combination (ICF Group, con la SPAC EPS Equita PEP e Cellularline con la SPAC Crescita) e 1 scissione (EPS Equita PEP 2 SPAC)
  • 1 nel II semestre 2017: SIT, a seguito della Business Combination con Industrial Stars of Italy 2

1 Reverse TakeOver

– Modelleria Brambilla (21 febbraio 2018)

2 passaggi sul mercato principale

  • Giglio Group sul segmento STAR il 20 marzo 2018
  • Triboo su MTA il 29 giugno 2018

3 OPA

  • 1 nel I semestre 2018: Tech-Value
  • 2 nel II Semestre 2017: TBS Group, MC-link

1 Delisting e/o revoche

  • Gala, nel I semestre 2018

Highlights IPO

Le nuove IPO 2018-2017 appartengono ai settori Finanza (45%), Industria (23%), Servizi (10%) e tecnologia (6%). Le società del settore finanza presentano la raccolta maggiore nel periodo luglio 2017-luglio 2018. Per le IPO del 2018 la raccolta media (al netto delle SPAC) è pari a Euro 10,6 milioni in crescita del +37% rispetto alla raccolta delle IPO a luglio 2017.

Identikit del Mercato e della società AIM Italia

Le società quotate sono 108, il giro d’affari 2017 è pari a 4,3 miliardi di euro, la capitalizzazione è pari a 7,7 miliardi di euro e la raccolta da IPO è pari a 3,5 miliardi di euro, cui si aggiunge una raccolta da mercato secondario di 558 milioni di euro.

Nel 2018 sono 16 le IPO– Intred, Portobello, Monnalisa, Askoll EVA, Esautomotion, Longino&Cardenal, Grifal, Archimede, Somec, Gabelli Value for Italy, Fervi, Kolinpharma, Life Care Capital, Vei 1, ALP.I, Spaxs. – per una raccolta complessiva di 1,2 miliardi di euro – e 3 le ammissioniICF Group, Cellularline EPS Equita PEP 2, per un totale di 19 nuove società quotate su AIM Italia.

L’identikit della società quotata presenta i seguenti dati medi:

  • Ricavi 2017: 43 milioni di euro; EBITDA margin 2017: 13%;
  • Capitalizzazione: 45 milioni di euro;
  • Flottante: 23%
  • Raccolta in IPO: 8,1 milioni di euro (6,2 milioni di euro il dato mediano).

Le operazioni di IPO delle società sono state caratterizzate per il 91% da aumento di capitale e per il 9% da OPV.

Rappresentatività settoriale e regionale

Escludendo in settore Finanza (che include le SPAC), le società industriali rappresentano il 16% in termini di numero e il 19% in termini di capitalizzazione. Le società Digital e Green, con business model trasversale a diversi settori, rappresentano in termini di numero rispettivamente il 19% e il 17%. In termini di capitalizzazione le stesse rappresentano l’11% e il 23% del mercato.

Le regioni maggiormente presenti su AIM sono: Lombardia (52% delle società), Emilia Romagna (10%), Lazio (10%) e Veneto (8%). Le altre regioni sono Piemonte, Umbria, Friuli, Marche, Toscana. Il mercato presenta anche 3 società estere, pari al 3% del totale.

Risultati economico-finanziari al 31 dicembre 2017

Il giro d’affari complessivo del mercato AIM Italia nel 2017 è pari a 4,3 miliardi di euro (3,9 miliardi nel 2016). Le società AIM impiegano oltre 20.000 dipendenti (243 il dato medio, 95 il dato mediano), con una crescita, in media, pari al 12% rispetto al 2016 (circa 18.000 dipendenti). I settori che occupano, in media, il maggior numero di risorse sono Industria (29%), Healthcare (27%), Moda e Lusso (9%).

Dall’analisi emerge un significativo trend di crescita: i ricavi 2017 registrano un incremento medio dell’11% rispetto al 2016, mentre l’EBITDA registra una crescita media del 28%. La crescita dei ricavi ha interessato il 74% delle società, con tassi di crescita superiori al 50% nell’8% dei casi.

Il 27% delle società ha un fatturato inferiore a 10 milioni di euro, mentre il 48% tra i 10 e i 50 milioni di euro. Sono 30 le società che distribuiscono dividendi nel 2018, per un ammontare complessivo di 60,6 milioni di euro (38,2 milioni di euro 2017) e un dividend yield medio pari al 2,7%.

Performance degli indici di mercato e dei settori AIM

Dal 2017, post introduzione PIR, a luglio 2017 i principali indici di mercato hanno registrato una performance positiva:

  • FTSE MIB +13%
  • FTSE MID Cap +29%
  • FTSE STAR +38%
  • FTSE Small Cap +19%
  • FTSE AIM Italia +25%

Sul mercato AIM Italia i 3 settori con la migliore performance YTD sono Chimica (+88%), Telecomunicazioni (15%) e Industria (+9%).

Investitori Istituzionali nel Capitale

Nell’azionariato delle società AIM Italia sono presenti 102 Investitori Istituzionali, di cui 25 italiani (24%) e 77 esteri (76%). Rispetto a luglio 2017 aumenta il numero degli investitori (erano pari a 60) e il peso degli esteri (era pari al 62%).

L’investimento complessivo è pari a 720 milioni di euro, che corrisponde a circa il 10% della capitalizzazione del mercato. Gli investitori italiani detengono un investimento pari a 346 milioni di euro (48% del totale), gli esteri un investimento pari a 374 milioni di euro (52%).

Il numero complessivo delle partecipazioni detenute è pari a 660, che corrisponde a una media di 6 partecipazioni per investitore. Il valore mediano della singola partecipazione è pari a 0,32 milioni di euro. Il 18% delle partecipazioni è detenuto in società con capitalizzazione compresa tra 31-60 milioni di euro e il 29% è detenuto in società con capitalizzazione compresa tra 61-100 milioni di euro.

L’Investitore più presente sul mercato AIM Italia è Mediolanum Gestione Fondi SGR, con un investimento complessivo pari a Euro 102,4 milioni e un numero di società partecipate pari a 53. Le partecipazioni fanno riferimento ai Fondi “Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia”, “Mediolanum Flessibile Futuro Italia” e “Mediolanum Challenge Italian Equity”.

Survey “Policy di Investimento su AIM Italia”

La Survey IR Top Consulting «Policy di Investimento su AIM Italia» condotta dall’Osservatorio AIM a maggio 2018 su richiesta di Borsa Italiana, ha coinvolto i primi investitori istituzionali di AIM Italia, tra cui istituzioni bancarie, Fondi PIR, Asset Management e Family Office. La Survey ha la finalità di analizzare e stimare il sentiment degli investitori PIR, identificando i fattori distintivi che caratterizzano le scelte e le strategie di investimento su AIM Italia.

Tra le principali evidenze:

  • la policy di investimento su AIM ha un orizzonte di medio-lungo termine: gli investitori ricercano crescita (65%), business plan sostenibili (55%) e qualità del management (45%);
  • il settore che presenta le maggiori opportunità è quello industriale, seguito da digitale e green;
  • il flottante rappresenta un parametro di grande rilevanza nella strategia di investimento e la research qualificata è considerata uno dei principali elementi di miglioramento;
  • la comunicazione finanziaria rappresenta il principale asset strategico per attrarre gli investitori su AIM;
  • PIR e Credito d’imposta sui costi di quotazione possono apportare effetti positivi sul mercato AIM Italia.

Trend M&A 2017-2018

Tra il 2017 e i primi 6 mesi del 2018, 50 società (pari al 49%) hanno effettuato almeno un’operazione straordinaria (acquisizioni, fusioni, cessioni, JV, acquisizioni/affitto di rami aziendali, reverse takeover) per un totale di 170 operazioni (125 nel 2017 e 45 nel 2018).

Complessivamente hanno registrato un controvalore di 316 milioni di euro, di cui 53 milioni di euro nel 2018. Il valore medio delle transazioni è pari a 8,5 milioni di euro nel 2017 (2,1 milioni di euro il valore mediano) e 2,8 milioni di euro nel 2018 (2,5 milioni di euro il valore mediano).

I Paesi su cui si sono concentrate le M&A sono Italia (76%), Europa (13%) con Spagna, Serbia e Croazia, Svizzera, Austria e Francia ai primi posti mentre il restante 11% ha interessato società target extra europee, concentrate principalmente in USA, Paesi dell’America Centrale, Cina e Russia.

Corporate Goverance

Su AIM Italia, in media, il Consiglio di Amministrazione è composto da 6 membri. Il 53% dei CdA presenta al proprio interno 1 amministratore indipendente. Nel 32% dei CDA sono presenti 2 amministratori indipendenti (26% nel 2017), nel 12% un numero di indipendenti pari o superiore a 3 (10% nel 2017). Nel 3% dei CDA non sono presenti amministratori indipendenti.

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