Obbligazionario a rischio surriscaldamento?

A cura di Arif Husain, Head of International Fixed Income, T. Rowe Price
Gli anni passati sono stati dominati dai tagli dei tassi operati dalle banche centrali, mentre il 2018 finora è stato più equilibrato, con un numero pressoché identico di rialzi e di tagli del costo del denaro a livello globale.
L’era delle politiche ultra-accomodanti è giunta al termine. Il trend che prevale ora è per tassi globali più elevati e sono attesi ulteriori inasprimenti monetari nella seconda metà dell’anno. All’interno dell’universo delle economie avanzate, queste aspettative includono la Federal Reserve, che dovrebbe aumentare i tassi per altre due volte nel 2018. È possibile che anche la banca centrale del Canada alzi i tassi per la terza volta quest’anno e anche la Bank of England potrebbe riprendere il ciclo di inasprimento monetario, dopo essersi presa del tempo per valutare l’impatto della mossa dello scorso novembre, la prima da un decennio. Infine, la Svezia, dove le pressioni inflazionistiche stanno aumentando, è emersa come un altro paese candidato a ritoccare al rialzo i tassi.

alla combinazione tra deprezzamento delle valute e pressioni inflazionistiche a livello domestico. A giugno, Messico, Turchia, India, Filippine, Repubblica Ceca e Indonesia hanno tutti alzato i tassi di interesse ed è probabile che nel secondo semestre altri paesi emergenti seguano questa strada. Quello attuale è un contesto sfidante per gli investitori obbligazionari, ma anche quando gli istituti centrali alzano il costo del denaro si possono trovare delle opportunità interessanti.
In questi termini, la Romania si distingue tra gli altri paesi emergenti. Da gennaio, la banca centrale rumena ha alzato i tassi di 75 punti base e, con il mercato che ha già prezzato ulteriori rialzi, i titoli di Stato a 5 anni appaiono attraenti all’attuale livello di rendimento intorno al 5%. Altri paesi si trovano in fasi diverse del ciclo dei tassi. Ad esempio, nell’Europa dell’Est, la Repubblica Ceca ha iniziato il ciclo di irrigidimento a metà dello scorso anno, mentre Ungheria e Polonia si sono trattenute dall’intraprendere questa via finora, nonostante la crescita solida e l’inflazione in aumento.
La Cina è stata una delle prime ad alzare i tassi a inizio anno, ma da allora la banca centrale si è spostata verso una posizione più morbida, per via dei segnali di rallentamento dell’economia. Questi sviluppi hanno aiutato lo Shibor, il tasso interbancario di Shanghai, a scendere di quasi l’1% rispetto ai massimi di gennaio. La combinazione tra l’inflazione più tenue e il rallentamento delle infrastrutture dovrebbe offrire supporto ai bond cinesi locali da qui a fine anno.
Vediamo poi segnali di surriscaldamento sui mercati del credito. L’attività di M&A è aumentata ancora e il 2018 si appresta a diventare un anno da record per le acquisizioni negli USA. Tutto questo in un momento in cui i timori di un’eccessiva offerta sul fronte delle emissioni e di eccessivi livelli delle valutazioni hanno pesato sui prezzi dei bond corporate investment grade. L’appetito degli investitori per le obbligazioni societarie si è attenuato di recente, come dimostrato dalle nuove emissioni a sconto.
Rimanendo negli Stati Uniti, ancora più sorprendente è stata la sottoperformance dei bond con rating A rispetto a quelli con rating BBB quest’anno, fattore che ha creato l’opportunità di entrare su bond di qualità più elevata con premi più attraenti. Questo contesto potrebbe anche generare la possibilità di ridurre l’esposizione al rischio del credito del comparto corporate per aumentarla invece su Mbs emessi da agenzie governative federali USA. Nonostante i prezzi delle case statunitensi abbiano superato la crescita dei redditi disponibili negli ultimi due anni, la situazione rimane relativamente buona, con i dati che segnalano che il debito medio delle famiglie è sui minimi dalla crisi finanziaria.
La curva dei tassi swap rende la detenzione di mutui ipotecari di agenzie con cedole più elevate e duration più brevi molto attraente e con un profilo di rischio/rendimento migliore rispetto ai bond corporate investment grade.
 

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