Azionario emergente, crescita non impattata dal dollaro in salita

Di Mathieu Nègre, Head of Global Emerging Equities di Union Bancaire Privée

L’indebolimento delle valute dei mercati emergenti da marzo è dovuto alla ripresa del dollaro. Tuttavia, questi mercati stanno ancora beneficiando della crescita sincronizzata dell’economia globale. Questo slancio offre una buona opportunità per tornare a investire in questa asset class.

Il 2018 è iniziato bene per i mercati emergenti, fino al picco del 20 marzo. Da allora, queste economie hanno subito una correzione significativa, mentre il dollaro si è rafforzato in modo altrettanto consistente contro le principali valute emergenti. Ancora una volta, l’aumento del dollaro è stato accompagnato da un calo nei mercati emergenti. Questi paesi infatti continuano a dipendere dall’azione della Fed e dall’andamento della valuta statunitense. La forza della moneta USA sta rendendo il finanziamento in dollari più costoso per le imprese emergenti e sta spingendo ad aggiustamenti di politica monetaria in molte di queste economie.

Dalla fine di marzo, le valute emergenti sono scese in media del 10% rispetto al biglietto verde, ma non hanno registrato alcun calo rispetto all’euro o alla sterlina. Questi movimenti valutari evidenziano la forza del dollaro, che è principalmente il prodotto della crescita relativamente forte dell’economia statunitense e della stretta monetaria della Fed, piuttosto che di una reale debolezza delle valute emergenti. In termini di euro, l’indice MSCI Emerging Markets è in calo solo del 5% da inizio anno, mentre l’indice MSCI World è in aumento del 3,5%.

A livello di settori, i titoli ciclici – ossia quelli esposti all’attuale fase ascendente del ciclo economico, come quelli legati a petrolio, gas e materie prime – stanno resistendo bene a questa correzione, così come i settori più difensivi come quello farmaceutico. Tra i settori dei mercati emergenti che attualmente registrano risultati meno positivi figurano la finanza, il manifatturiero e le telecomunicazioni. Se la preoccupazione per la crescita globale fosse stata all’origine dell’attuale correzione, i titoli difensivi avrebbero sovraperformato. Il fatto che finora non lo abbiano fatto, dimostra la resistenza dei mercati mondiali.

Alcuni paesi stanno beneficiando dell’aumento dei prezzi degli idrocarburi e numerosi titoli ciclici dei mercati emergenti hanno resistito bene alla correzione. È probabile che questa situazione si protragga fino a quando il dollaro forte non indebolirà in modo significativo l’attuale fase di crescita sincronizzata. I livelli di fiducia tra i consumatori e le imprese rimangono storicamente elevati, a sostegno di tale scenario.

Sebbene i problemi politici in Turchia, Argentina e Brasile stiano indebolendo le economie dei rispettivi paesi, il danno non si è ancora diffuso altrove. Le nuove sanzioni degli Stati Uniti contro la Russia all’inizio di aprile sono state una sorpresa e hanno avuto ripercussioni negative sul mercato russo. Tuttavia, le relazioni tra Washington e Mosca si trovano su nuove basi dopo il vertice bilaterale di Helsinki. Nel frattempo, è stato annunciato che Arabia Saudita e Argentina saranno aggiunte all’indice MSCI Emerging Markets nel maggio 2019, fatto che porterà i titoli di questi paesi sul radar dei principali fondi d’investimento.

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