Sondaggio Mfs: gli investitori scelgono l’obbligazionario per gestire il rischio

La fiducia che i consulenti finanziari in Italia ripongono nella gestione attiva degli investimenti obbligazionari supera di gran lunga quella negli investimenti passivi. È quanto emerge dal recente sondaggio globale di MFS Investment Management sul sentiment nel comparto del reddito fisso. Circa il 70% dei consulenti finanziari intervistati crede che le gestioni obbligazionarie attive siano in grado di realizzare i rendimenti previsti, rispetto – soltanto – al 29% per le gestioni passive.

Inoltre, il 64% dei consulenti finanziari concorda che la gestione attiva nel reddito fisso sia l’opzione migliore per sfruttare le opportunità di alpha in diversi cicli di mercato, mentre il 62% dei consulenti ritiene che gli investimenti obbligazionari attivi siano la soluzione migliore per centrare gli obiettivi di lungo periodo.

“Le dinamiche del mercato svolgono un ruolo importante nella composizione dei portafogli obbligazionari. Dopo un periodo prolungato caratterizzato da tassi di interesse estremamente bassi in Europa, e in tutto il mondo, potrebbe esserci la tentazione tra i consulenti finanziari di perdere la fiducia nel valore delle gestioni attive”, ha dichiarato Andrea Baron, managing director di MFS Investment Management Italia.  “Col rialzo dei tassi di interesse, il ciclo economico potrebbe avviarsi al termine mentre la volatilità è in aumento. È logico dunque che gli investitori si rivolgano alle gestioni attive nel reddito fisso alla ricerca di un migliore controllo del rischio dopo il rally che dal 2009 interessa il mercato azionario”.

Le priorità delle gestioni obbligazionarie attive

Nonostante l’ottimismo sull’economia globale e la fiducia nel reddito fisso, i consulenti finanziari in Italia agiscono con circospezione e con qualche preoccupazione in merito al rialzo dei tassi di interesse, all’instabilità geopolitica e al crescente deficit pubblico. Alla luce di questi timori, i consulenti finanziari si sono rivolti al reddito fisso per diverse ragioni: ridurre la volatilità del portafoglio (70%) e aumentarne la diversificazione (69%).

Queste priorità portano però i consulenti finanziari a un paradosso del rischio. Il 60% dei consulenti intervistati ritiene di aver assunto un rischio maggiore negli ultimi tre anni per ottenere i rendimenti necessari nel reddito fisso.

In Italia, quasi il 40% dei consulenti prevede, nei prossimi tre anni, di incrementare gli investimenti nel debito dei mercati emergenti, generalmente considerati più rischiosi del mercato anche rispetto ad altri settori del reddito fisso. Per questo la gestione del rischio diventa fondamentale nei prodotti a reddito fisso e nella selezione dei gestori del portafoglio.

Gli indicatori del rischio

In fase di selezione degli investimenti obbligazionari, dei gestori e dei consulenti, nonché del metodo con cui gestiscono il rischio, è importante identificare un approccio consapevole. Quasi il 70% degli intervistati conferisce grande importanza ai risultati ottenuti nella gestione del rischio nel lungo periodo.

Non sempre i consulenti danno però la stessa rilevanza ai diversi indicatori quando si tratta di valutare le capacità dei gestori degli investimenti di controllare i rischi. I consulenti in Italia puntano sui seguenti aspetti: costanza della performance (51%), sharpe ratio (48%) e performance rispetto all’indice di riferimento (46%). Una percentuale inferiore valuta invece il rischio relativo/tracking error/beta (34%), l’information ratio (26%) e il turnover del portafoglio (6%).

Il passaggio a una gestione attiva

I consulenti riconoscono i vantaggi potenziali delle gestioni attive in termini di valore aggiunto per i portafogli dei loro clienti, soprattutto nel reddito fisso. Secondo i risultati del sondaggio, ricercano i gestori attivi che conferiscono valore aggiunto attraverso la gestione della duration (58%) e la gestione del rischio (75%).

“Crediamo che un approccio attivo al reddito fisso possa conferire valore aggiunto agli investitori. Iniziamo a rilevare i segnali della conclusione dell’attuale ciclo economico. Di conseguenza, gli investitori probabilmente vorranno investire una percentuale più alta del portafoglio nel reddito fisso. Una maggiore comprensione dell’esposizione obbligazionaria e dei rischi sottostanti è dunque prioritaria per i consulenti e per i loro clienti”, ha concluso Baron.

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