Si ritorna al trading range, attesa per i dati di oggi

Ogni giorno, ormai da parecchio tempo, ci svegliamo con una sola certezza, ovvero la consapevolezza che nulla è certo e nulla è predeterminato. Si pensa che il mercato si muova un giorno in una direzione, basata sulla logica e su quanto emerso solo poche ore prima o oppure su quanto i dati ci hanno fornito in termini di informazioni, oppure ancora perché il quadro tecnico offre degli spunti di un certo tipo, ed ecco che si rischia di essere puntualmente smentiti dalle nuove price action, che cambiano a seconda dell’umore globale di quella giornata e dalle informazioni che di ora in ora passano sui tg finanziari o sui siti più in voga.
Le principali valute continuano imperterrite in quello che qualche giorno fa abbiamo definito yo yo valutario senza effettivamente che succeda granché. E’ altrettanto vero che la tendenza di fondo di dollaro, Euro e delle valute majors appare meno chiara dell’andamento delle valute esotiche in quanto tra le majors ormai non esistono più grandi differenze in termini di tassi di interesse, motivo nel passato per investire nei carry trades ed è vero che la crisi è globale e la recessione hanno coinvolto tutti i paesi del primo mondo quasi allo stesso modo.
I paesi emergenti invece mantengono elevati tassi di interesse ed è bastata una ripresa dai minimi per renderli estremamente appetibili a investitori che hanno necessità di rendimenti.
Quale occasione migliore per poter sfruttare tali differenziali? Ci riferiamo ovviamente allo Zar, alla lira turca e a quelle valute utilizzate soprattutto per scopi di redditività legata ai tassi di interesse.


                                                                 EurTry daily

Basti guardare al cambio EurLira (turca) per capire quali oscillazioni percentuali si sono vissute nel 2009 con il cambio che dal livello di 2.00 è salito anche a 2.35% una percentuale del 18% circa contro una pari oscillazione di EurUsd nello stesso periodo da 1.2500 a 1.3700 circa, ovvero il 9% circa.
Stessa cosa è valsa per il rand sudafricano che in proporzione si è mosso in misura ancora più importante da 13.96 di gennaio a 10.98 di qualche giorno orsono, una oscillazione che rasenta il 30%.
Questo per dire che le oscillazioni valutarie dei prossimi mesi dipenderanno dalla ripresa e dalla possibilità che le aspettative sui tassi comincino a differenziarsi tra paese e paese.
Sei i paesi anglosassoni come Nuova Zelanda e Australia riusciranno ad uscire prima degli altri dalla crisi, i tassi di interesse tenderanno a salire prima degli altri, ricreando le condizioni di acquisto delle rispettive valute per lo sfruttamento del futuro differenziale in aumento. Le Banche Centrali di quei paesi che invece non rialzeranno i tassi velocemente saranno le solite, ovvero quelle di quei paesi che storicamente sono più lenti nell’adozione di misure antinflazione perché l’inflazione non è praticamente mai stato un problema negli ultimi 20 anni, Giappone in testa. Per quanto concerne il Vecchio continente propendiamo per un rialzo graduale, ma forse più lento dei paesi concorrenti in quanto il ciclo economico sembra sempre in ritardo rispetto ai pesi anglosassoni, più dinamici e meno legati ad una certa burocrazia.
Pertanto fino a che non assisteremo ad un cambiamento nelle aspettative sui tassi di interesse, è facile che i rapporti valutari restino dove sono, legati a range trading ben definiti e di difficile violazione.
Anche questo mini trend rialzista di Eurusd per ora non trova conferma dai dati ma è esclusivamente legato alla correlazione storica nata con la crisi subprime ovvero la correlazione con i mercati azionari e la netta distinzione tra valute rifugio e valute finanziarie.

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