Healthcare sotto la lente di Sectorial AM

A cura di  Sectoral Asset Management
Il secondo trimestre del 2018 si è rivelato un altro periodo difficile per i mercati azionari globali, con l’MSCI AC World Index in rialzo dello +0,5%. Le persistenti preoccupazioni, seppure in calo nel corso del trimestre, sulla crescita, l’inflazione e la lunghezza del ciclo, sono state soppiantate dai timori sull’aggravarsi delle tensioni commerciali. Il settore Healthcare, misurato dall’MSCI World Healthcare Index, ha sovraperformato complessivamente i mercati, mettendo a segno il +2,8%.
L’universo delle small cap e mid cap ha dato prova di un persistente vigore, con un balzo del +10,1% per l’indice Russell 2000 Healthcare, a fronte del +3,9% per il Russell 1000 Healthcare. Questa sovraperformance è ascrivibile in parte ai titoli medtech, dei servizi e delle biotecnologie a piccola e media capitalizzazione. Da segnalare che gran parte della performance (circa +7,0%) è giunta dopo il discorso del Presidente Trump dell’11 maggio sui prezzi dei farmaci, descritto come “il piano di Trump”.
A conti fatti, le dichiarazioni del Presidente sono state meno aggressive del previsto e non hanno comportato sorprese di rilievo. Inoltre, i titoli di società a piccola e media capitalizzazione hanno protetto relativamente meglio dalle tensioni commerciali, in ragione della loro esposizione generalmente superiore al mercato interno.
La diffusa solidità ciclica negli Stati Uniti e le aspettative di rialzo dei tassi d’interesse hanno favorito ulteriormente settori più sensibili dal punto di vista economico, come le tecnologie mediche (+7,8%), i fornitori e i servizi (+6,9%).

Rally del settore Medtech
Prosegue il rally per il segmento medtech con un buon +7,8%. Numerose società di prodotti e tecnologie innovative, tra cui Abiomed, Penumbra, K2M Holdings ed Edwards, hanno registrato una solida crescita. È stata segnalata una perdurante espansione a due cifre per le aziende impegnate nel campo delle modalità terapeutiche emergenti, in particolare la neurostimolazione, il supporto cardiaco temporaneo, la gestione del diabete e dei coaguli.
Questo trend dovrebbe proseguire, anche tenendo conto della crescente concorrenza, perché queste aree costituiscono grandi mercati accessibili ma in ampia misura poco penetrati e non segmentati. Permane tuttavia la preoccupazione per la valutazione di molti titoli, che appare elevata in termini sia storici sia relativi.
Per quanto riguarda la supply chain, al momento le preoccupazioni di un aumento della concorrenza hanno trovato conferma a seguito della prima iniziativa chiara e significativa di distribuzione nel settore sanitario attivata da Amazon per l’acquisizione di PillPack. L’acquisizione da 1 miliardo di dollari ha spazzato via qualcosa come 15 miliardi di dollari di capitalizzazione di borsa dei titoli della supply chain tradizionale (secondo quanto misurato dall’indice MSCI Healthcare Providers and Services).
L’innovazione ha spinto al rialzo anche le società tecnologiche più piccole nel settore Healthcare; tra queste, alcune aziende fornitrici di prestazioni sanitarie, come Teladoc, Evolent o Vocera, hanno sovraperformato peer più grandi e maturi.
Pressione farmaci e riorganizzazioni
Le large cap (nei settori farmaceutico, biotecnologico, dei medicinali generici e delle specialità farmaceutiche) hanno continuato ad arrancare, malgrado le valutazioni basse in termini storici e relativi.
La mediocre performance può essere giustificata da molteplici fattori. Per molte società, la concorrenza dei biosimilari e le pressioni sui farmaci generici tradizionali e sui prezzi vanno intensificandosi.
Novartis ha lanciato lo spinoff di Alcon, Glaxo ha esercitato la sua opzione di acquisto della partecipazione di Novartis nel Consumer Healtcare, Pfizer ha messo in vendita il suo business nei farmaci da banco. Ciononostante, questa attività di M&A ha fornito solo un miglioramento dei margini rispetto ad un’accelerazione della crescita.
Outlook
Guardando al futuro, prevediamo che i timori di natura commerciale e la minaccia di una guerra degli scambi manterranno probabilmente viva la volatilità sui mercati nel breve periodo. Guardando oltre la volatilità, restiamo ottimisti rispetto al più ampio contesto macroeconomico. Le preoccupazioni circa un aumento dell’inflazione più rapido del previsto negli Stati Uniti si sono affievolite ed è probabile che la politica monetaria globale resterà generalmente accomodante fino al 2019 inoltrato.
Le previsioni sulla crescita globale nel 2018 continuano a essere solide e tornano a mostrare segni di ripresa dopo una breve battuta d’arresto tra la fine del primo e l’inizio del secondo trimestre.
Nel settore Healthcare, manteniamo l’enfasi sull’innovazione e sui mercati emergenti. Continuiamo a prediligere l’esposizione alle small e mid cap rispetto alle large cap nel campo delle tecnologie mediche, dei servizi e delle biotecnologie.

Malgrado la tregua successiva all’11 maggio di cui hanno beneficiato le società biotecnologiche a piccola e media capitalizzazione, con l’approssimarsi delle elezioni USA di metà mandato a novembre attendiamo un aumento della volatilità associato a una nuova intromissione della politica nel settore sanitario. Ciò detto, questa turbolenza dovrebbe rivelarsi di breve durata. Nel corso del terzo trimestre prevediamo una ripresa del settore Healthcare nei mercati emergenti, unitamente a una diffusa stabilizzazione dei mercati azionari in queste aree geografiche, grazie al venire meno dei timori commerciali e della forza del dollaro.
Le valutazioni nel settore appaiono eque (P/E di 15,7x per l’MSCI HC contro P/E di 15,2x per l’MSCI World). Tra i segmenti di attività del settore Healthcare, le valutazioni appaiono alquanto interessanti, ad eccezione delle tecnologie mediche, che scambiano ad un P/E di 22,8x (per l’MSCI HC Equipment & Supplies). I servizi scambiano con un P/E di 14,1x (MSCI Providers and Services), mentre le biotecnologie scambiano con un P/E di 14x (MSCI Biotech).
 
 
 

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