Campanello d’allarme o saldi di stagione a Piazza Affari?

A “buon punto” con la stagione delle trimestrali, Piazza Affari inizia a registrare un aumento della volatilità a causa soprattuto dei titoli del settore finanziario. Un segnale che favorisce lo sviluppo di una dinamica ribassista dei corsi nelle prossime settimane oppure che rappresenta un’opportunità di entrare sul mercato a “prezzi scontati”? Fermo restando che una risposta certa ovviamente non c’è e che cercare di afferrare il coltello che cade è sempre molto pericoloso, sta di fatto che al momento l’indice Ftse Mib è tra i principali panieri azioni mondiali uno dei più convenienti in termini di fondamentali. Dall’analisi dei multipli emerge infatti un rapporto prezzo/utile (P/E) medio dell’indice inferiore a 12, un valore minore (e quindi più allentante) per esempio di quello relativo all’Euro Stoxx 50 (di poco inferiore a 16) e di quello calcolato sul Dax (14,20). Per non parlare poi dei multipli di Wall Street, dove il Dow mostra un P/E superiore a 18 e l’S&P500 di 20,60. Anche in termini di rendimento del dividendo poi, l’indice domestico è nella parte alta della classifica con dividend yield del 3,60% (meglio fa solo il londinese Ftse 100 con 4,05%).

Detto ciò, è meglio attendere l’eventuale conferma tecnica della tenuta del supporto statico posto a quota 21.120 punti, ovvero che il Ftse Mib non scenda al di sotto dei minimi da inizio anno, prima di posizionarsi al rialzo su Piazza Affari (nel suo complesso o sulle singole blue chip). Fissando comunque degli stop loss molto rigidi perchè, se anche Wall Street dovesse invertire la rotta al ribasso (evento favorito da una volatilità evidenziata dall’indice Vix ai minimi) è probabile che Milano, come accaduto altre volte, amplificherebbe il ritracciamento.

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