Nuove sanzioni Usa contro l’Iran, le azioni a rischio

Gli Stati Uniti hanno annunciato ufficialmente che verranno nuovamente introdotte una serie sanzioni contro l’Iran che erano state rimosse dopo l’accordo sul nucleare. Nel dettaglio, la prima tranche di sanzioni riguarda, tra le altre cose l’acquisto, di dollari da parte del governo iraniano e il commercio di oro, altri metalli preziosi, grafite, alluminio, acciaio, carbone oltre che ai software usati nel settore industriale. L’amministrazione Usa varerà quindi nuove sanzioni il 5 novembre per colpire petrolio, banche e i settori della cantieristica e delle spedizioni navali.

Poco dopo l’annuncio, i rappresentanti europei hanno manifestato la loro opposizione alle nuove sanzioni facendo sapere che le altri controparti dell’accordo con l’Iran (Russia, Cina, Gran Bretagna, Francia, Germania ed UE) lavorerebbero per mantenere i canali finanziari con Teheran e facilitare le continue esportazioni dallo Stato Medio orientale di petrolio e gas.

La reintroduzione dell’embargo sul petrolio iraniano potrebbe aver un effetto sui margini di raffinatori europei, a detta di Equita, quali Saras, Eni, Total, Cepsa ed Hellenic Petroleum, in quanto lo sconto sul greggio proveniente dal Paese è tipicamente più forte rispetto alle stesse qualità provenienti da altri Paesi come l’Arabia Saudita.

Tuttavia, al momento, le implicazioni su questi titoli appare ancora modesta, visti i voltafaccia di Trump sono ormai risaputi e il fatto che gli altri Paesi stanno ancora lavorando per tenere aperti i canali commerciali.   G.R.

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