Effetto contagio e risk off sui mercati: gli effetti della crisi turca

A cura di David Jones, Chief Strategist, Capital.com
Gran parte dell’attenzione dei mercati, nella seconda metà della scorsa settimana, è stata per la turbolenza economica in Turchia, che ha visto la lira turca perdere oltre il 25% del suo valore rispetto al dollaro USA nel corso della settimana. Alcuni potrebbero chiedersi quale impatto abbia questo sul mondo, in generale – ma ovviamente qui si tratta di quella parola con cui abbiamo familiarizzato durante le varie crisi finanziarie nel corso degli ultimi anni: contagio. Con una parte significativa dei debiti del Paese in valuta estera, una lira in picchiata rende questi rimborsi ancora più costosi, il che spiega in qualche modo perché abbiamo assistito a un approccio “risk-off” da parte degli investitori accentuatosi verso la fine della settimana.
Ma i guadagni del dollaro USA non sono stati certo limitati alla loro relazione con le perdite di una lira malconcia. La ricerca del cosiddetto ‘save heaven’ da parte degli investitori ha anche spinto il dollaro a crescere rispetto alla sterlina (tendenza che sta proseguendo da aprile), e in particolare contro l’euro. Dopo gli ultimi tre mesi di trading in un range senza incidenti e decisamente noioso, il rapporto EUR / USD è passato ai peggiori livelli dal luglio 2017.
Resta da vedere se si tratti di un vero cambiamento di rotta di un sentiment che finirà per generare onde d’urto ancor maggiori nel medio termine, o solo di un ‘blip’ di breve termine. Dall’inizio della settimana, gli investitori non hanno ancora manifestato alcun appetito nel volersi assumere maggiori rischi, con sterlina ed euro entrambi leggermente più deboli rispetto al dollaro.
I mercati valutari si manterranno probabilmente al primo posto nell’attenzione degli operatori economici durante la settimana in corso, con i dati sull’inflazione del Regno Unito pubblicati martedì e l’Europa che rivelerà i suoi ultimi numeri venerdì. Dopo che il dollaro USA ha registrato il suo maggiore calo di 12 mesi nel 2017 in 14 anni, è certamente tornato alla ribalta con la sua ‘vendetta’ negli ultimi mesi.
Di certo, gli effetti e la vasta portata della crisi greca non sono mai stati dimenticati, perciò non sorprendetevi se anche nei prossimi giorni assisteremo a scambi cauti e a un ulteriore rafforzamento del dollaro USA, in quanto gli investitori sembrano aver deciso che è meglio rimanere al sicuro e persino in eventuale ritardo, per qualsiasi recupero – piuttosto che trovarsi troppo in anticipo o, peggio, al posto sbagliato.

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