Crisi turca, rischio “contagio”?

A cura degli analisti di Amundi

Crisi turca – Il deprezzamento della Lira turca in agosto è la conseguenza di un regime di crescita insostenibile finanziato dall’aumento del debito privato (principalmente debito estero) e combinato con un disavanzo delle partite correnti che era finanziato in maniera eccessiva da flussi di capitali a breve termine. In realtà l’economia sta vivendo una classica “crisi della bilancia dei pagamenti”. Anche prima della recente crisi, la Turchia era il Paese più vulnerabile tra i principali mercati emergenti (EM). Un singolo intervento oggi non sarà sufficiente a rassicurare gli investitori. Un mix di interventi di politica monetaria, aggiustamenti economici e il ricorso temporaneo ad alcune forme di controllo del capitale potrebbe contribuire a mitigare la crisi, con una certa distensione dal fronte geopolitico tra Stati Uniti e Turchia, ma a breve termine la volatilità rimarrà elevata.

Rischio di contagio – Mentre possiamo vedere gli effetti di contagio della crisi turca che si diffonde al di fuori del Paese (ad esempio attraverso l’esposizione di alcune banche europee, o il potenziale danno di un dollaro americano molto più forte su altri EM vulnerabili), crediamo ancora che questo sia un evento idiosincratico e non una potenziale miccia per una crisi sistemica più ampia, poiché riflette principalmente le fragilità economiche del Paese e il proprio contesto politico. L’impatto sull’economia dell’Eurozona dovrebbe essere limitato. La Turchia è cruciale per la questione degli immigrati: potrebbe anche essere nell’interesse dei paesi europei aiutare la Turchia a stabilizzare la propria economia.

Mercati emergenti – Manteniamo un atteggiamento cauto sugli asset turchi. Il sell out annuale li rende interessanti in un contesto di EM, ma ci aspettiamo che i fondamentali macroeconomici peggiorino ulteriormente e che le questioni geopolitiche continuino almeno a breve termine. Ci aspettiamo invece che Paesi con fondamentali solidi, meno dipendenti da prestiti esterni e afflussi di capitali mantengano la propria rotta. In questo contesto, ci aspettiamo che le divergenze rimangano in essere, e che alla fine aumentino, sostenendo il caso di selezione attiva e opportunità in mercati volatili.

Multi-asset – Da un punto di vista multi-asset le attuali turbolenze possono aumentare la vulnerabilità del mercato del credito legato ai mercati sviluppati (DM), su cui eravamo già cauti, ma la crescita ancora positiva e le solide prospettive per gli utili societari dovrebbero prevenire una modalità estesa di rischio-off. Di conseguenza, non ci aspettiamo che le banche centrali dei Paesi sviluppati cambino le loro strategie politiche in risposta alle turbolenze attuali. Nel complesso, abbiamo gradualmente ridotto la nostra preferenza per le attività rischiose durante l’anno, mentre l’economia globale passa a una fase più matura del ciclo. Questo ci consente di navigare in fasi di maggiore volatilità e scarsa liquidità del mercato con un’esposizione direzionale inferiore.

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