Riforma dei bonus ai manager? Non ci cambia un granché!

Nel G20 di Londra di inizio aprile, l’FSF, il Financial Stability Forum, aveva raccomandato l’adozione di nuovi regolamenti che adeguassero le remunerazioni dei manager nel settore finanziario, alla profittabilità a lungo termine della società (si veda l’articolo “Urgono remunerazioni adeguate al rischio“). La proposta specificava che tali compensi dovevano essere adeguati a tutti i tipo di rischio, esser simmetrici rispetto ai rischi futuri e sensibili all’orizzonte temporale degli stessi. In Italia, sotto l’impulso del governatore della Banca d’Italia, [p]Mario Draghi[/p], tale iniziativa fu ben accolta ed il consiglio di amministrazione di Unicredit aveva manifesto subito l’intenzione di adeguarsi a tali normative, proponendo al vaglio degli azionisti un riconoscimento retributivo legato ai risultati di più anni.

Su 238 professionisti del settore finanziario, a tal proposito, eFinancialCareers ha condotto un’indagine proprio sul modello di distribuzione dei bonus messo al vaglio da Unicredit. In realtà, la proposta di un’assegnazione dei bonus commisurata alle prestazioni su base pluriennale, non sembra aver più di tanto convinto i professionisti.

Dal sondaggio svolto, emerge, infatti, che una nuova assegnazione dei bonus non venga considerata un incentivo. A questo proposito, il 40% dei rispondenti ha dichiarato che, anche se il nuovo modello dei bonus discusso da Unicredit dovesse essere applicato, continuerebbe la propria carriera senza grandi stravolgimenti.  Il 23 % degli intervistati ha un’opinione differente ed afferma che, in quell’eventualità , cambierebbe datore di  lavoro cercandone uno che garantisca un bonus tradizionale, mentre un buon 19% crede che in una situazione del genere si sentirebbe meno motivato ed incentivato a lavorare.  Il 18% dei rispondenti, infine, pensa che se il nuovo progetto sui bonus dovesse esser applicato, penserebbe anche all’ipotesi di lasciare il settore finanziario cambiando lavoro.
   

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