Il potere delle istituzioni

A cura di Dws

L’ottimismo dei mercati nonostante le incertezze politiche può risultare sorprendente, ma ha i suoi motivi. A priori confidiamo ancora nella capacità delle istituzioni di farci superare le sfide future. Tuttavia esistono pericoli non interamente prevedibili.

Nonostante la notevole incertezza politica, particolarmente riguardo al futuro del presidente degli Stati Uniti, complessivamente questa settimana le borse sono rimaste effervescenti. I mercati hanno buoni motivi per mantenere l’ottimismo grazie ai dati economici, tuttora generalmente positivi sull’onda degli utili delle imprese nel secondo trimestre. Un’altra considerazione è che le riforme economiche del presidente Trump ormai sono ben radicate e restano solo pochi provvedimenti ancora da realizzare nei prossimi mesi. È poi in corso la visita a Washington di una delegazione cinese, che fa sperare nella capacità dei due Paesi di realizzare che una guerra commerciale su vasta scala sarebbe dannosa e nella loro volontà di fare il necessario per evitarla.

Un altro motivo fondamentale dell’ottimismo della Borsa statunitense potrebbe essere la fiducia nella continuità e indipendenza delle istituzioni del Paese. Proprio per questo, pochissimi pensano che le critiche recenti del presidente Trump indurranno il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, a cambiare la sua politica di rigore monetario. Seppure in un contesto alquanto diverso, si presume che la capacità del governo cinese di guardare al lungo periodo gli permetterà di orchestrare un “rallentamento graduale” dell’economia del Paese, anche se gli osservatori cercheranno di scoprire eventuali segni di disaccordo tra i leader politici. Infine, dopo quasi un decennio dall’inizio della crisi del debito pubblico nell’Eurozona i mercati potrebbero essersi resi conto che le istituzioni dell’UE si sono dimostrate più resistenti alle complicazioni di quanto molti si aspettassero.

Che cosa sarebbe necessario per ribaltare quest’ottimismo e far precipitare i mercati nella depressione? Spesso le crisi possono essere scatenate dall’autocompiacimento, dal voler fare un passo più lungo della gamba o semplicemente da errori. Di tutto ciò i responsabili politici sono ben consapevoli. Per questo motivo, anche se il prossimo bilancio pubblico dell’Italia potrebbe entrare in conflitto con i limiti dettati dall’Unione Europea, le istituzioni europee faranno molta attenzione a modulare la risposta in modo da non innescare una crisi che le farebbe accusare di reazioni eccessive. In Europa, forse è un’ironia della storia che il Regno Unito, la continuità delle cui istituzioni resta un esempio ineguagliato, ora sia il Paese che corre più rischi per autocompiacimento o per errori di strategia, mentre l’esito della Brexit resta avvolto nell’oscurità. Ma nemmeno dobbiamo dimenticare che spesso le crisi sono scatenate da eventi imprevisti, forse perché i mercati scelgono di ignorare insidie i cui pericoli col senno di poi appariranno evidenti. Le recenti difficoltà dei mercati emergenti, tra cui citiamo ad esempio la Turchia, ammoniscono che in futuro le cause di volatilità potrebbero non mancare. Quindi restiamo investiti ma mettiamoci al sicuro dai rischi di mercato.

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