Due problemi da trader: eccesso di sicurezza e bias dello status quo

A cura di Capital.com

L’eccesso di sicurezza e il bias dello status quo rappresentano veri e propri pericoli quando si fa trading. Così come la nostra indole: ogni trader, infatti, è il peggior nemico di se stesso. Un detto così comune che passa quasi per un ‘rumore bianco’.

Avere il controllo della propria indole è molto importante. L’eccessiva sicurezza nel prendere decisioni può mandare in rovina le proprie finanze (oltre alle relazioni). Ugualmente, anche il bias dello status quo può essere altrettanto distruttivo, se non si agisce con cautela. Entrambi comportano diverse trappole, che potrebbero seriamente compromettere i guadagni dei trader.

Il bias dell’eccesso di sicurezza

Gli studi di finanza comportamentale mettono in guardia dall’indole di un trader eccessivamente sicuro di sé. Nel trading questo è lo spazio che intercorre fra la sicurezza della propria capacità di prendere decisioni e i risultati a cui tale sicurezza porta nel mondo reale. Questo divario può rivelarsi estremo, persino per i trader più esperti.

Questo bias comporta certi costi nel mondo reale, che non si riflettono solo in risultati e performance minori, ma anche in tempo, energia e denaro: si tratta di soldi sprecati per addebiti e altre tasse. Il bias dell’eccesso di sicurezza spesso porta anche a fare più trading: è stato dimostrato che l’eccesso di negoziazioni sul lungo termine riduce significativamente i guadagni tratti dagli investimenti.

Crederci troppo è pericoloso

Nessuno può sapere con certezza in che direzione si muoverà il mercato domani. Un ingrediente fondamentale per fare investimenti e trading soddisfacenti è “lasciar perdere”. Per gli over-confident quest’idea intacca le basi dell’illusione del controllo.

Si possono cercare negoziazioni e investimenti che incontrino ampiamente gli obiettivi preposti. In altre parole, operazioni che bilancino i rischi con una buona dose di guadagni in cui si spera.

Studi scientifici tendono a inserire l’eccesso di sicurezza in tre aree:

  • Overestimation – quando si è certi di poter concludere un incarico o un lavoro entro un certo limite di tempo, ma non ci si riesce
  • Overprecision– la tendenza a credere che i propri ragionamenti siano corretti e accurati, specialmente quando si tratta di pronostici sul futuro
  • Overplacemen– credere che le proprie valutazioni siano più accurate di quelle degli altri.

Si pensi ad altre decisioni razionali che prendiamo ogni giorno: che cosa mangiare, quando pagare le bollette, ogni quanto pagare le tasse. Se si è in grado di pianificare razionalmente decisioni come queste, per quale motivo il trading dovrebbe essere diverso?

Il bias dello status quo

In breve, questo bias riguarda l’inerzia che esiste innata in ognuno di noi. È la risposta umana alla pigrizia nel prendere decisioni e che permette di gestire velocemente la routine quotidiana.

È anche la soluzione di sopravvivenza per essere sempre efficienti. Tuttavia, se integrato in noi fin troppo bene, il bias dello status quo è particolarmente pericoloso per i trader, perché i mercati si muovono in modo troppo veloce.

Alla base di questo bias c’è la riluttanza a credere che le opzioni alternative possano essere migliori dello status quo. In troppe situazioni questo bias innato lascia credere che qualsiasi cambiamento sarà una perdita.

Riprendersi il controllo

Lo stile di vita moderno incoraggia molto lo status quo perché tutti i giorni abbiamo un’incredibile vastità di scelte, dagli investimenti al cibo per gli animali domestici o alle mete per le vacanze.

Il bias dello status quo però può essere reinventato, sia nel marketing, sia nelle campagne politiche. Si pensi al referendum Brexit nel Regno Unito: gran parte delle argomentazioni contro lo status quo risiedevano nell’idea di “riprendersi il controllo”.

Come gestire il bias dello status quo

  • Stabilire scadenze regolari per esaminare e modificare le proprie strategie di trading
  • Porsi domande sulle proprie decisioni: la scelta di default è davvero la più sicura? Perché la ritengo così vitale?
  • Cercare alternative che offrano idee convincenti e potenzialmente più redditizie, sia sul lungo, sia nel breve termine, anche se si tratta di scelte difficili in quanto nuove e insolite.

Il bias dello status quo ha tendenze riproduttive: i suoi rami comprendono il bias dell’omissione, il bias del conservatorismo, e il bias dell’istinto di massa. Può portare a ignorare i più importanti fondamenti dell’analisi (si pensi, ad esempio, ai dividendi) e ad altre complicate valutazioni.

Bisogna tenere a mente che questa difficoltà è il motivo per cui il bias dello status quo è così attraente: perché tenerlo a freno richiede uno sforzo notevole. Per questo motivo l’inerzia rappresenta la scelta di default.

L’ironia sta nel fatto che il cervello umano compie un graditissimo allenamento e si ricarica quando gli viene offerta un’alternativa. I circuiti neuronali iniziano a brillare e a scoppiettare, l’energia sopraggiunge, il cambiamento avviene… e lo status quo viene capovolto.

 

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