Usa vs Europa

L’osservazione dell’andamento prezzi di Borsa, spesso, mostra in maniera semplice e immediata situazioni che invece potrebbero apparire ai più poco chiare se spiegata in altri modi e con altri strumenti. E la fase che stiamo vivendo sui mercati finanziari, stando ai grafici, è lampante: gli Stati Uniti godono di buona salute mentre l’Europa soffre, come dimostra, senza molti giri di parole o altri particolari dati, il raffronto tra i trend di lungo termine dell’S&P 500 e dell’EuroStoxx 50.

Grafico a candele su base weeky, in bianco e nero il movimento dell’S&P500, in verde e rosso quello dell’EuroStoxx 50

Ora il punto cruciale è capire non tanto se, ma quando, Wall Street cambierà direzione (probabilmente in maniera brusca, stando alla statistica). Una risposta certa, tuttavia, non è data a sapersi. Certo, l’indice Vix, che misura la volatilità delle opzioni sull’S&P500, è a ridosso dei minimi. Ma ciò non comporta un immediato capovolgimento dei panieri, anche se rappresenta un primo campanello d’allarme.

Quindi? Meglio forse puntare sui listini dell’Eurozona? La statistica, anche in questo caso ci viene in aiuto suggerendo che in caso di un ribasso dei listini Usa, solitamente, i listini europei seguono a ruota amplificando poi le dinamiche correttive. A cominciare dalle piazze “più sensibili” e vulnerabili, quali Piazza Affari.

Morale? Meglio per quanti sono posizionati al rialzo su Wall Street lasciar correre per ora i profitti (posizionando però rigidi livelli di supporto o trailing profit). Per quanto invece riguarda i listini azionari del Vecchio Continente il consiglio è star pronti a tirare i remi in barca, alle prime significative avvisaglie di ribassi degli Usa, anche a costo di accusare delle perdite, comunque limitate rispetto al mantenere le posizioni a tutti i costi.

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