Valute Emergenti: due crisi in agosto

A cura di Banca del Piemonte

Il mese di agosto ha vissuto l’esplosione in contemporanea di due gravi crisi che hanno colpito il mercato delle valute emergenti: la prima in Argentina dove il Peso è crollato in poche ore di quasi il 15% e la seconda in Turchia dove la lira accelera al ribasso, dopo aver già ceduto un terzo del suo valore nell’ultimo mese. Sulla loro scia si indeboliscono altre due valute che presentano i maggiori squilibri finanziari nei conti verso l’estero, il rand sudafricano ed il real brasiliano. La debolezza tuttavia ha colpito l’intero comparto come evidenziato dall’indice globale che monitora l’attività di carry trade sulle valute emergenti, in calo di oltre il 6% nel mese di agosto.

Tornando all’Argentina, il peso (già in notevole calo da inizio anno) è scivolato sulla notizia a sorpresa della richiesta da parte del governo al FMI di anticipare l’esborso del prestito da 50 mld di dollari accordato al paese lo scorso maggio. In realtà la speranza era quella di non dover mai fare riscorso a quei fondi, contando sulla ripresa dell’economia che nei fatti non è mai decollata. Il timore dell’arrivo del FMI e di nuove ricette fiscali ha messo apprensione a investitori e risparmiatori che hanno cominciato ad accumulare valuta estera (USD) considerata bene rifugio in queste fasi.

Il tonfo del peso ha costretto la Banca Centrale dell’Argentina ad un drammatico rialzo del costo del denaro, portato dal 45% al 60%. La lira turca invece è finita nuovamente sotto pressione su indiscrezioni di stampa secondo cui il vicegovernatore della banca centrale del paese Erkan Kilimci intende rassegnare le dimissioni. La banca centrale è già sotto pressione da tempo a seguito della rielezione del presidente Erdogan a giugno, che spinge la BC a perseguire politiche monetarie non ortodosse (assai sgradite ai mercati), come tagliare o quantomeno tenere fermi i tassi di interesse in un contesto inflattivo in rapido aumento, pur di sostenere l’espansione economica del paese.

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