Italia, le conseguenze del peggioramento dell’outlook

Di Andrea Iannelli, Investment director di Fidelity International

La decisione di Fitch non procedere al downgrade, ma cambiare la valutazione da neutrale a negativa è in linea con le nostre aspettative, dato che la discussione sulla Legge di bilancio è ancora in corso.

Vale la pena notare che Fitch, a contrario di Moody’s, ha scelto di non posticipare la revisione del rating a dopo l’annuncio della Legge di bilancio del 27 settembre. Dato l’ancora incerto prospetto delle finanze italiane e con risultati duplici all’orizzonte, era quindi improbabile che prendessero una decisione sostanziale questa settimana. Nonostante ciò un cambiamento di prospettive, seppur meno significativo di un declassamento, non fa che rimarcare ancora una volta le sfide che l’Italia deve affrontare.

Il Governo cammina su una fune stretta, con un importante stock del debito e gli alti costi di finanziamento dovuti al recente aumento dello spread sui BTP, che limita lo spazio di manovra. Il Ministro delle Finanze Tria ha ripetuto più volte lo stesso messaggio, ovvero che il rapporto tra il debito e il PIL dovrà diminuire. Il che implica un deficit a 1.7-1.8%. Tuttavia i BTP hanno subito una forte diminuzione nella loro compravendita, segnale del fatto che le preoccupazioni per le scelte del Governo per ora hanno prevalso sui messaggi positivi mandati dal Ministro delle Finanze.

Una non insignificante possibilità di una Italexit o di una ridenominazione rientra nelle previsioni: il rendimento a 3 anni dei BTP suggerisce che i mercati stimano circa il 20% di probabilità di una ridenominazione, con un taglio del 30%. In conclusione riteniamo che il Governo presenterà una Legge di bilancio conforme al limite UE del 3%, tuttavia i mercati potrebbero intensificare la pressione tra adesso e la fine di settembre.

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